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Si può fare sport sulla Luna?

Il problema della bassa gravità non ha impedito a due astronauti di giocare a golf e lanciare il giavellotto, anche se compiere gesti atletici sulla Luna è molto complicato
Spazio12 Marzo 2021 - ore 09:55 - Redatto da Redazione Meteo.it
Spazio12 Marzo 2021 - ore 09:55 - Redatto da Redazione Meteo.it
(foto: Wiki lmages/Pixabay)

A qualcuno potrà sembrare appena ieri, eppure è già passato mezzo secolo da quando è stato praticato per la prima volta uno sport sulla superficie lunare. È accaduto durante la missione Apollo 14, l'ottava con equipaggio nonché la terza in assoluto che ha visto l'umanità sbarcare sul nostro satellite naturale.

Lo scopo della missione era di analizzare per la prima volta i venti solari, ma c'è stato qualche divertente fuori programma. I due protagonisti Alan Shepard e Edgar Mitchell, in un momento di svago e relax, hanno deciso di dedicarsi ad alcune semplici attività sportive: mai nessuno prima di loro l'aveva fatto al di fuori dalla superficie terrestre. Un gesto tanto inusuale quanto bizzarro, che è entrato nella storia e anche a decenni di distanza è ricordato da molti.

Un golfista sulla Luna

Era il 9 febbraio 1971 quando i due astronauti diedero vita alla prima sfida sportiva lunare. Il comandante della missione Shepard, montando una strana mazza da golf, cercò di colpire due palline che aveva portato con sé dalla Terra. Pochissimi alla Nasa erano a conoscenza di questo suo piano segreto, e per mascherare al meglio le sue intenzioni si era fatto prestare la testa di una mazza (un ferro 6, per la precisione) sagomata in modo da poterla montare sul manico di un attrezzo per scavi lunari.

Durante una pausa dagli esperimenti, Shepard prese con una mano la rudimentale mazza e provò a colpire la pallina. Il primo tentativo fu un completo fallimento, mentre il secondo ebbe maggior successo e fu descritto dal protagonista come "un tiro sensazionale che percorse miglia e miglia", ossia molti chilometri. In realtà non andò esattamente così: le immagini del viaggio di Apollo 14 - che solo le più recenti migliorie hanno consentito di rendere comprensibili - hanno palesato che il risultato reale è stato ben al di sotto della leggenda. La lunghezza effettiva del lancio, infatti, è stata di appena 37 metri.

(foto: Steve Johnson/Unsplash)

Quanto si può tirare lontano sulla Luna?

Ad analizzare in dettaglio le fotografie e i video dell'epoca è stato Andy Saunders, ricercatore inglese che ha localizzato entrambe le palline a una distanza irrisoria dalla posizione di partenza del tiro. La domanda che tanti si sono posti è allora: ma sarebbe veramente possibile lanciare una pallina a miglia di distanza, sfruttando la bassa gravità sulla superficie lunare?

Sulla Luna, come noto, la gravità è pari al 15% di quella terrestre, e proprio per questa ragione Saunders sostiene che, a livello puramente teorico, sia possibile far volare in aria una pallina da golf per un tempo di circa 1 minuto e 22 secondi prima di cadere, percorrendo una distanza anche superiore ai 5 chilometri. Ma il contesto presenta parecchie complicazioni: la superficie della Luna ha una morfologia ben diversa da quella di un prato verde ben curato come nei fairway dei percorsi golfistici, le tute pressurizzate limitano non poco i movimenti ed è parecchio complicato gestire la coordinazione del gesto atletico con una gravità così diversa da quella abituale. In queste condizioni, probabilmente, ben pochi golfisti sarebbero stati in grado di fare meglio del comandante dell'Apollo 14.

(foto: piqsels)

Non solo golf

Questi due storici tiri non sono stati gli unici esempi di attività sportiva praticata sul suolo lunare. Anche Mitchell, l'altro membro dell’equipaggio, praticò attività extra-veicolari di carattere sportivo. Infatti, prese un manico lunare utilizzato per un esperimento sul vento solare e lo utilizzò come giavellotto. Il risultato del suo lancio non fu eccezionale, ma migliorò il record golfistico del compagno di viaggio, superando di qualche centimetro la sua pallina. Insomma, seppure per gioco e senza troppo agonismo, eravamo di fronte alla prima competizione sportiva su un corpo celeste diverso dalla Terra.

(foto: piqsels)

La bassa gravità complica le percezioni motorie

Come detto, sulla Luna c’è una gravità più di sei volte inferiore rispetto a quella terrestre. Il fatto che la gravità sia bassa ma non del tutto nulla significa che, a differenza dei casi di microgravità in cui siamo abituati a vedere gli astronauti fluttuare (come sulla Stazione spaziale internazionale), sulla superficie lunare si vedono grandi balzi per effettuare spostamenti. Questo non è un fatto casuale: balzare con lunghi salti è il metodo più efficace per spostarsi, e inoltre permette di mantenere un buon funzionamento dei muscoli degli arti inferiori. Osservando gli astronauti è evidente, però, che sono goffi nei movimenti, tanto che cadono apparentemente anche senza motivo. La causa è che la forza di gravità lunare è troppo bassa per la percezione del nostro cervello, e non ci rende capaci di raggiungere gli stessi standard motori che utilizziamo sulla terra.

(foto: Annie Spratt/Unsplash)

Due ricercatori dell'università di York, Laurence Harris e Michael Jenkins, hanno provato a identificare qual è la gravità minima affinché un essere umano possa percepire i movimenti e gli eventi come se fosse sulla Terra. Dopo avere svolto una serie di esperimenti su volontari con gravità differenti, hanno stabilito che per comportarsi in maniera simile a quella a cui siamo abituati è necessaria una forza di gravità almeno del 15% rispetto a quella terreste.

Da questo emerge che su Marte probabilmente non avremo problemi a muoverci in maniera coordinata ed efficiente, mentre sulla Luna siamo proprio al limite e quindi è molto facile compiere errori di valutazione, soprattutto a seguito di eventi improvvisi che richiedono una reazione istintiva. In pratica, la pallavolo lunare sarebbe per esempio proprio improponibile. Insomma, praticare sport o anche dei semplici movimenti sulla superficie della Luna non è così semplice come può sembrare, ma serve un buon allenamento, un'ottima capacità adattiva e soprattutto una pianificazione preventiva di ogni singolo gesto.

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