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Tutte le missioni per conquistare Marte

Dagli Stati Uniti alla Cina fino agli Emirati Arabi Uniti, ma anche l'Europa, la Russia e l'India: ecco chi è già in volo verso il Pianeta Rosso, e chi è pronto al lancio
Spazio12 Ottobre 2020 - ore 07:56 - Redatto da Redazione Meteo.it
Spazio12 Ottobre 2020 - ore 07:56 - Redatto da Redazione Meteo.it
(foto: EmiratesMarsMission.ae)

Tenere traccia e memoria delle missioni per Marte è relativamente semplice. Il lancio dal nostro Pianeta verso il vicino, infatti, non può accadere in qualunque momento, ma anzi deve avvenire all'interno di precise finestre temporali (le celeberrime finestre di lancio) che durano alcune settimane e sono separate da circa 780 giorni. Dura infatti 2 anni terrestri e 2 mesi il periodo del moto retrogrado apparente di Marte rispetto alla Terra, e questo scandisce il ritmo con cui si susseguono le opportunità di lancio. Poi, bisogna tener conto del tempo di viaggio: le complesse traiettorie spaziali che permettono di raggiungere Marte con la giusta velocità per entrare nella sua orbita richiedono grossomodo 6 mesi.

Questo è, a oggi, l'unico modo efficiente e tecnologicamente percorribile per compiere con successo il viaggio interplanetario, peraltro con un'ottimizzazione tale da richiedere meno carburante rispetto a quello che serve per arrivare sulla Luna. Ma quando si parte, quindi? Le due finestre di lancio da tenere in considerazione in questo momento sono quella del 2020 e la successiva del 2022. Per quest'anno il periodo buono era a cavallo tra luglio e agosto, tanto che in questo momento le sonde lanciate sono nel bel mezzo del loro vagare nello Spazio, in attesa di raggiungere Marte nel corso del 2021. Guardando al futuro, invece, la prossima opportunità di lancio è tra l'ottobre e il novembre del 2022, mentre ancora più avanti nel futuro ci sarà un'ulteriore finestra tra il dicembre 2024 e il gennaio 2025. Troppo lontano, però, per fare già ora piani precisi.

In volo adesso

Mentre scriviamo ci sono ben 3 missioni contemporanee che stanno puntando verso Marte. I grandi assenti di questa tornata sono l'Agenzia spaziale europea (l'Esa) e quella russa (Roscosmos), che per ritardi negli ultimi mesi a causa della pandemia hanno dovuto posticipare il lancio della seconda fase della missione congiunta ExoMars, dal 2020 al 2022.

Nell'imminente c'è grande attesa per l'esito della missione cinese Tianwen-1 (che letteralmente significa domande al cielo): la strumentazione inviata nello Spazio include un satellite da lasciare in orbita e poi un lander e un rover da inviare al suolo. Se avesse successo, potrebbe segnare un doppio primato: da un lato la prima volta per la Cina oltre la Luna, e dall'altro la seconda nazione in assoluto (dopo gli Stati Uniti) a far camminare un rover sulla superficie marziana. La parte più delicata della missione, secondo i tecnici, sarà proprio la fase di ammartaggio: dopo un paio di mesi in orbita intorno al Pianeta, infatti, dal satellite si staccheranno i due mezzi esploratori del suolo, tentando di compiere una discesa dolce, senza imprevisti. Secondo gli ultimi aggiornamenti, tutto per ora sta procedendo secondo i piani, tanto che c'è il tempo pure per qualche selfie.

Un rendering del rover cinese Tianwen-1 (foto: Steve Jurvetson/Flickr)

Emirates Mars Mission è invece il nome della missione dimostrativa fatta partire dagli Emirati Arabi Uniti. Con il satellite di forma cubica Hope (speranza) si punta a raggiungere Marte senza però scendere sulla sua superficie: con i suoi quasi 8 metri di apertura alare in pannelli solari, la sonda ha come obiettivo lo studio dell'atmosfera del Pianeta Rosso, per comprenderne le dinamiche e per capire quale possa essere stata la causa della sua desertificazione avvenuta qualche miliardo di anni fa. Va detto comunque che gli Emirati Arabi Uniti sono ancora leggermente in ritardo rispetto ad altre grandi potenze nella corsa allo Spazio, anche se stanno facendo balzi da gigante dal lancio del loro primo satellite terrestre appena 11 anni fa. Hope, se tutto fila liscio, si lascerà catturare nell'orbita marziana nel febbraio 2021.

Alcune caratteristiche del satellite Hope (immagine: UAE Space Agency)

Ultima di questa rassegna, ma forse prima per importanza scientifica, è la missione della Nasa. Si tratta della 22esima spedizione statunitense verso Marte, e le novità non mancano. L'equipaggio tecnologico stavolta prevede un rover per muoversi sulla superficie, Perseverance, e soprattutto un piccolo elicottero (un drone, per intendersi) che dovrebbe effettuare il primo volo domestico marziano. Durerà appena qualche secondo e sarà a scopo prevalentemente dimostrativo, ma se avrà successo si tratterà di un primato assoluto. Il suo nome? Ingenuity, un false friend della lingua italiana che in realtà significa ingegno.

Uno sguardo al 2022

Al momento non è ancora semplicissimo capire che cosa accadrà nella prossima finestra di lancio, tra incertezze tecnologiche, mutamenti nell'assetto geopolitico ed effetti della pandemia di Covid-19. Il lancio più gettonato è naturalmente quello sviluppato dall'Agenzia Spaziale Europea e dall'Agenzia Spaziale Russa, ExoMars, che ha perso per un soffio la finestra dei mesi scorsi. Tra le altre cose, la missione punta a far arrivare al suolo il rover Rosalind Franklin, che è dotato di un trapano capace di raccogliere un campione di terreno per poi trasportarlo fin sulla Terra.

Nel 2022 forse arriva anche l'India. La missione si chiama Mangalyaan 2 (che significa semplicemente secondo veicolo spaziale) e prevede il solito trio di mezzi rispettivamente in orbita, fermi al suolo (lander) e in movimento sulla superficie (rover). Qualcuno la chiama anche Mom2, ossia Mars Orbiter Mission 2. Gli ultimi aggiornamenti, però, danno come probabile un suo slittamento alla finestra che si aprirà a fine 2024.

Senza dubbio, tra un paio d'anni ci sarà anche una missione dell'onnipresente Nasa. In particolare, è possibile che prenda concretezza il progetto congiunto con l'Esa detto Mars Sample Return. L'idea è che le due agenzie spaziali uniscano le forze e la dotazione tecnologica per riuscire nella già citata impresa di portare a Terra un pezzettino del suolo marziano.

Naturalmente c'è tanto in cantiere. Il programma Aurora dell'Esa, per esempio, dopo ExoMars punta a esplorare Marte prima con sonde automatiche a partire dal 2026/2027 e poi - chissà - con astronauti in carne e ossa. Al momento gli annunci più ottimistici per l'arrivo dell'umanità sul Pianeta Rosso, fatti da un lato e dall'altro dell'oceano Atlantico, parlano degli anni Trenta di questo secolo, ma in un campo di frontiera come questo è difficile fare previsioni accurate e affidabili con molto anticipo. Senza contare l'influenza che potrebbero avere le aziende private nell'affiancare le agenzie governative nella corsa allo Spazio, a cominciare da SpaceX di Elon Musk.

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