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Quando si accendono i riscaldamenti, zona per zona

Ci sono date e regole diverse a seconda di dove si vive
Sostenibilità14 Ottobre 2021 - ore 10:29 - Redatto da Redazione Meteo.it
Sostenibilità14 Ottobre 2021 - ore 10:29 - Redatto da Redazione Meteo.it
(foto: Pixabay)

Le giornate più corte, le prime ondate di maltempo autunnali e le temperature che si abbassano fanno aumentare il desiderio di scaldarsi. Quando una coperta in più non basta, e la sensazione di freddo comincia a essere una costante nel corso delle giornate, si inizia ad aspettare impazienti il momento di accendere il riscaldamento. Ma quando è davvero il periodo giusto per attivare gli impianti?

La risposta non è così semplice come può sembrare, perché ci sono delle regole ben precise che devono essere rispettate. Regole, peraltro, non uniformi sul territorio nazionale ma variabili da zona a zona. In generale il periodo di accensione degli impianti avviene in base alla zona climatica di riferimento, e varia dalla metà di ottobre fino all'inizio di dicembre, mentre lo spegnimento avviene a cavallo dei mesi di marzo e aprile. Questa suddivisone in aree si basa su un criterio statistico molto preciso, incentrato sull’analisi delle temperature esterne medie giornaliere e partendo dall’assunto che la temperatura ideale dell’ambiente domestico sia di 20°C. In termini semplici, in quei periodi dell'anno in cui - mediamente - il clima esterno non permette di mantenere all’interno questa temperatura, si ritiene sia necessario ricorrere all’utilizzo del riscaldamento.

La suddivisione in zone

Per definire le linee guida per l’accensione e le modalità di utilizzo degli impianti di riscaldamento, l’Italia è stata suddivisa convenzionalmente in 6 aree geografiche distinte con caratteristiche climatiche differenti: Alpi (zona F), Pianura Padana (zona E), Appennini (zona D), Adriatica (zona C), Tirrenica (zona B) e Sud (zona A). Per semplificare l’analisi, la suddivisone viene spesso proposta per provincia, anche se come è facile intuire le caratteristiche possono variare di molto pur rimanendo all’interno del confine provinciale. In base alla zona di appartenenza non cambia solo il periodo in cui è possibile tenere acceso il riscaldamento domestico, ma anche il numero massimo di ore giornaliere di utilizzo. Per fare chiarezza è utile una rapida carrellata delle varie zone climatiche, che peraltro restano immutate ormai da un trentennio:

Zona A: comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle. Il periodo in cui è consentito l’utilizzo del riscaldamento va dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore giornaliere.

Zona B: province indicative di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. Il periodo in cui è consentito l’utilizzo del riscaldamento va dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di 8 ore al giorno.

Zona C: province indicative di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. Il periodo in cui è consentito l’utilizzo del riscaldamento va dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di 10 ore al giorno.

(foto: Ri 3/Pixabay)

Zona D: province indicative di Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo Valentia. Il periodo in cui è consentito il riscaldamento va dal 1° novembre al 15 aprile, per un massimo di 12 ore al giorno.

Zona E: province indicative di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza. Il periodo in cui è consentito il riscaldamento va dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno.

Zona F: province indicative di Cuneo, Belluno e Trento, in aggiunta a una lunga serie di comuni di montagna dove. In questi luoghi l’utilizzo del riscaldamento è sempre consentito, senza alcun limite giornaliero in termini di ore di utilizzo.

Infine, alcuni comuni non rientrano nelle aree sopra indicate, ma adottano date e regolamenti in totale autonomia, oppure si adattano a un comune più grande geograficamente vicino.

Favorire la sostenibilità

Da qualche anno viene prestata grande attenzione all’utilizzo degli impianti di riscaldamento per trovare il giusto compromesso tra comfort domestico e tutela dell’ambiente, evitando gli sprechi e riducendo al massimo le emissioni di anidride carbonica non necessarie. Per permettere il raggiungimento di questo equilibrio è ovviamente condizione necessaria il rispetto delle regole indicate, sia per una questione di legge sia per semplice buon senso.

(foto: Pixabay)

Anzitutto, la normativa di riferimento prevede il mantenimento della temperatura interna di massimo 20°C (o meglio ancora 19°C) durante l’inverno, evitando inutili eccessi soprattutto nelle ore notturne. Per favorire il mantenimento del caldo all’interno delle mura domestiche è importante schermare le finestre durante la notte, utilizzare serramenti ad alta efficienza, liberare al massimo i termosifoni per favorire la fuoriuscita del calore, cambiare l'aria nelle ore più calde e seguire i più comuni accorgimenti di efficienza energetica. Ancora più importante è l’installazione di impianti di riscaldamento innovativi ed efficienti, a condensazione, in grado di ridurre al minimo gli sprechi di energia. Questa operazione è incentivata da una serie di bonus, e inoltre garantisce un risparmio in bolletta.

(foto: Pixabay)

Freddo inaspettato, le eccezioni di quest'anno

Il regolamento delle varie zone non è sempre rispettato alla lettera, ma a causa di eventi meteo-climatici straordinari (o a seguito di semplici direttive comunali oppure provinciali) le amministrazioni locali possono anticipare di qualche giorno l’accensione degli impianti di riscaldamento. È il caso di Bologna, dove il nuovo sindaco Matteo Lepore ha deciso per quest'anno di consentire ai cittadini che soffrono particolarmente il freddo di attivare in via eccezionale gli impianti dall’11 ottobre, 4 giorni prima del solito. La scelta è stata fatta in virtù delle condizioni climatiche più fredde rispetto alla media del periodo nel capoluogo emiliano, e per tutelare la salute delle fasce più deboli. Ovviamente, l’uso del riscaldamento non è consentito per qualsiasi durata, ma solo per 7 ore al giorno.

Stessa sorte è toccata a Modena (dall’11 ottobre) a Bolzano (dall’8 ottobre), a Parma (dal 12 ottobre), a Verona (dal’11 ottobre) e ad Arezzo (dal 9 ottobre), sempre per lo stesso motivo. Questi sono solo alcuni dei tanti casi dove è stata legittimata l’accensione anticipata degli impianti di riscaldamento: molti comuni hanno infatti seguito le direttive del capoluogo di provincia, concedendo quindi le medesime deroghe.

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