Temperature superficiali globali a livelli record nei primi mesi 2025 nonostante La Niña: i dati

I primi mesi del 2025 lanciano un nuovo segnale preoccupante per quanto riguarda il clima a livello mondiale. Le rilevazioni più aggiornate, diffuse da istituti di riferimento come l'agenzia meteo americana Noaa e quella europea Copernicus, indicano che le temperature medie della superficie terrestre sono rimaste straordinariamente alte, nonostante la presenza del fenomeno della Niña, di intensità solo moderata. I dati confermano la continuità di un chiaro e costante processo di riscaldamento globale.
Clima, temperature globali a livelli record: i dati
Il 2025 si è aperto con un gennaio senza precedenti: secondo le analisi diffuse da Copernicus e Noaa, è stato il gennaio più caldo mai documentato finora. La temperatura media globale ha superato di circa +1,33°C la media del XX secolo, un dato che evidenzia la gravità della crisi climatica in corso. Questo nuovo primato è stato raggiunto nonostante l'influenza della fase di La Niña, che solitamente contribuisce a un leggero raffreddamento delle temperature globali.
Anche i mesi successivi, da febbraio ad aprile, hanno mantenuto livelli termici molto elevati, con anomalie comprese tra +1,26°C e +1,31°C. Questo ha reso il trimestre uno dei più caldi mai registrati dall’inizio delle rilevazioni moderne. In particolare, marzo 2025 si è posizionato come il terzo marzo più caldo di sempre, mentre il periodo gennaio-aprile ha segnato il secondo valore più elevato nella storia delle osservazioni climatiche.
Dallo scorso maggio si è osservata una lenta riduzione delle anomalie termiche a livello globale. Le analisi indicano una diminuzione di circa 0,3°C rispetto al picco massimo registrato a gennaio. Tuttavia, questo calo non deve essere interpretato come un segnale rassicurante: le temperature rimangono comunque nettamente superiori alle medie storiche, confermando la traiettoria di un pianeta in continuo riscaldamento.
Questo lieve raffreddamento è legato in parte al ritorno a condizioni neutrali dei fenomeni del Pacifico denominati Enso, che si è verificato già durante la primavera. Dopo una breve fase di La Niña, debole e di breve durata tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, gli oceani sono tornati a uno stato di equilibrio senza influenzare in modo rilevante le temperature atmosferiche su scala globale.
Cos'è la Nina e quali conseguenze ha sul clima
La Niña che si è verificata nel 2025 si è caratterizzata per una debole intensità e una durata piuttosto limitata. Questo fenomeno climatico, noto per generare un temporaneo calo delle temperature medie globali grazie al raffreddamento delle acque superficiali nel Pacifico orientale, che riduce il trasferimento di calore verso l’atmosfera, quest’anno non ha avuto la forza necessaria per controbilanciare il riscaldamento in atto.
Secondo le valutazioni congiunte di Noaa e Wmo, l’episodio di La Niña ha esercitato un’influenza trascurabile sull’andamento termico globale. La sua debolezza ha fatto sì che le anomalie positive di temperatura restassero elevate anche durante periodi dell’anno generalmente più freschi, confermando il ruolo predominante del cambiamento climatico di origine umana nel determinare l’attuale squilibrio energetico del pianeta.
Proiettandosi nei mesi a venire, il quadro climatico presenta molte incognite. Con il ritorno attuale a uno stato Enso neutrale, non si prevedono cali significativi delle temperature, mentre le temperature degli oceani rimangono su livelli storicamente elevati.
Questo aumenta la probabilità di nuove anomalie termiche positive, specialmente nel caso in cui si verificassero ulteriori ondate di calore o condizioni persistenti di alta pressione su scala emisferica. Le prime valutazioni indicano che nella seconda metà del 2025 potrebbe registrarsi un avvicinamento ai picchi record già osservati, rafforzando così la tendenza verso un riscaldamento globale in costante crescita.