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Mari che si alzano, le città che rischiano di finire sott'acqua

Ecco cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni tra aree a rischio e possibili conseguenze della crescita del livello delle acque
Ambiente22 Ottobre 2021 - ore 08:04 - Redatto da Redazione Meteo.it
Ambiente22 Ottobre 2021 - ore 08:04 - Redatto da Redazione Meteo.it
Acqua alta a Venezia (Foto: Pixabay)

Le città che rischiano di finire sott’acqua nel giro di qualche decennio sono purtroppo numerose, e a preoccupare è anche il fatto che tra queste ci sono metropoli molto grandi e densamente popolate. Se non si interviene rapidamente per arginare gli effetti del cambiamento climatico, nei prossimi anni si potrebbe verificare un innalzamento del livello dei mari e degli oceani tale da mettere in pericolo decine di milioni di persone che oggi vivono a un’altitudine di pochi centimetri sopra al livello del mare.

Probabilmente i primi danni macroscopici saranno visibili già verso la metà di questo secolo, ma se il trend rimane questo - peraltro con una costante accelerazione dell'innalzamento medio annuo delle acque - entro il 2100 i territori minacciati saranno vastissimi e intere aree del nostro pianeta saranno sommerse. E pure l'Italia, insieme a molti altri paesi, rischia di subire gravi conseguenze.

Cosa sta succedendo?

Come è facile intuire, l’innalzamento delle acque dei mari e degli oceani a livello globale è una conseguenza diretta dell’inquinamento e del riscaldamento globale. I fattori principali sono due: l'espansione termica dell’acqua marina e lo scioglimento dei ghiacciai continentali. Il primo è un processo fisico, perché l’aumento della temperatura dei fluidi determina l’occupazione di un volume maggiore e, negli ultimi anni, gli strati superficiali dei mari e degli oceani hanno registrato importanti aumenti di temperatura (circa 0,11°C in più per ogni decennio trascorso).

(foto: Peggy Choucair/Pixabay)

L’altro elemento che desta preoccupazione è lo scioglimento dei ghiacciai e in particolare quelli presenti in Canada, Groenlandia, Antartide e nei ghiacciai perenni delle montagne. Con la conseguente immissione di quantità enormi di acqua liquida che vanno a innalzare progressivamente la quota raggiunta.

Di quanto crescerà il livello delle acque

Dagli inizi del secolo scorso a oggi, mediamente a livello globale, le acque si sono innalzate di 21 centimetri. La crescita non è stata uniforme in questo periodo , ma oltre un terzo della crescita è avvenuta negli ultimi 30 anni. Quindi è evidente non solo che il livello delle acque stia salendo inesorabilmente, ma lo sta facendo anche con un ritmo sempre maggiore.

(foto: Unsplash)

Prendendo in esame gli ultimi dati a disposizione è emerso, in particolare, che dal 2006 a oggi i valori medi di innalzamento annuo si aggirano intorno ai 3,6 millimetri, contro i 2,1 millimetri del periodo compreso tra il 1970 e il 2015 e gli 1,4 millimetri della media del secolo scorso. E a questi dati per niente confortanti si aggiunge la preoccupazione in termini di proiezioni future.

Se tutto dovesse continuare con il trend attuale, senza alcun intervento per ridurre il riscaldamento globale, le acque continueranno a salire sempre di più: ogni anno la situazione sarà leggermente peggiore, con regioni specifiche che rischiano di finire sommerse, causando lo sfollamento di molte persone. Pure secondo le stime più ottimistiche, entro la fine del secolo ci sarà un’ulteriore crescita compresa tra 26 e 54 centimetri, mentre le previsioni peggiori evidenziano la possibilità di un innalzamento di oltre 70, o persino 80, centimetri.

Danni entro il 2050 e città sommerse a fine secolo

Per comprendere a pieno la gravità della situazione basta pensare che 250 milioni di persone vivono a un’altitudine inferiore a un metro rispetto al livello del mare. Anche solo una crescita di qualche centimetro, ormai inevitabile nei prossimi decenni, causerebbe ingenti danni ad alcune aree del nostro pianeta, considerando soprattutto che l’aumento del livello dei mari non sarà uniforme nei vari continenti, a causa delle correnti oceaniche regionali che determinano effetti aumentati su alcuni tratti costieri. Soprattutto, ci saranno significative oscillazioni stagionali, con la conseguenza che alcune città almeno una volta all’anno potranno finire parzialmente sott’acqua. Non siamo parlando di chissà quali remote prospettive, perché tutto questo si potrebbe già verificare entro i prossimi 30 o 40 anni.

(foto: Pixabay)

Ma, ampliando l’orizzonte temporale al 2100, le criticità potenzialmente potrebbero essere molte di più, con intere città destinate a scomparire. Lo scenario peggiore sarà probabilmente in Asia, dove sono presenti il 70% degli insediamenti urbani ritenuti più a rischio. Alcune enormi città come Mumbai (18 milioni di abitanti), Dacca, Calcutta, Hoh-Chi-Minh (o Saigon, come è più nota) potrebbero finire sotto al livello dell’oceano Indiano. Tra i paesi maggiormente minacciati, oltre alla Cina, c’è la Thailandia, dove circa il 10% dei cittadini vive in zone ritenute a rischio. In particolare, pure la capitale politica e commerciale Bangkok è in una posizione geografica ritenuta molto delicata e fragile.

Anche nel continente americano le conseguenze potrebbero essere molto pesanti, con le città di New York e New Orleans ritenute a rischio, perlomeno in alcuni dei loro quartieri. Nella parte meridionale del continente a preoccupare sono le città di Rio de Janeiro in Brasile e Buenos Aires in Argentina. E per l'Italia, come abbiamo già raccontato qui su Meteo.it in un approfondimento dedicato, le zone più a rischio sono quelle della pianura Padana, oltre a molte città costiere a partire da Venezia.

Insomma, a oggi la crescita del livello delle acque crea più di qualche grattacapo, ma i danni si inizieranno a vedere tra qualche decennio, quando però ormai sarà troppo tardi per scongiurare il peggio. Questo è il motivo, come confermano gli esperti, per cui è importante agire adesso per invertire la tendenza e mantenere il livello dei mari al di sotto del livello di rischio, per evitare la scomparsa di intere città e impedire lo sfollamento di milioni di persone.

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