La straordinaria storia dell'Emscher in Germania: da fiume più inquinato d'Europa a oasi ecologica

Può un fiume diventato una fogna a cielo aperto tornare a essere un'oasi ecologica? La straordinaria storia dell'Emscher in Germania ci dimostra che, con un po' di buona volontà e i giusti interventi, anche un corso d'acqua "morto" può tornare a nuova vita.
La rinascita del fiume Emscher
Questo corso d'acqua è stato per decenni l'emblema di un degrado ambientale gravissimo, una discarica liquida che scorreva nella regione del Ruhr, in Germania. Per anni ha rappresentato lo scarico naturale per milioni di abitanti e fabbriche, in un'area tipicamente occupata dalle industrie pesanti.
L'impossibilità di costruire fognature sotterranee, causata dall'attività mineraria, portò alla rettificazione e all'incanalamento del fiume nel cemento. L’odore pungente dell’inquinamento che sprigionava nell'aria era talmente intenso, che per molti residenti rappresenta ancora oggi un ricordo indelebile.
Tuttavia, ciò che un tempo costituiva una fogna a cielo aperto è oggi divenuto un simbolo di rinascita ecologica, grazie a un ambizioso progetto da 5,5 miliardi di euro. La trasformazione ebbe inizio negli Anni '80, dopo il crollo dell’industria del carbone negli anni ’80, quando l'associazione Emschergenossenchaft diede inizio alla più grande riqualificazione fluviale europea.
Il fiume Emscher oggi
La parte centrale del progetto ha visto la costruzione di una "autostrada delle acque reflue", che attraverso enormi canali lunghi 51 km, stazioni di pompaggio, impianti di trattamento e centinaia di chilometri di condotte, è riuscita a ripristinare la qualità dell'acqua.
Contemporaneamente si è provveduto a rivalutare anche il paesaggio circostante, con la costruzione di oltre 130 km di piste ciclabili e numerosi parchi, che hanno saputo restituire a uno dei simboli più "tristi" del degrado ambientale, una risorsa pubblica di grande valore ecologico e sociale.
Il progetto, che rappresenta un enorme passo verso un futuro più sostenibile, è costato 5,5 miliardi, l'importo, in gran parte finanziato localmente, è stato condiviso dalla comunità.
Il fiume oggi è tornato a ospitare castori, scardole, gamberetti e martin pescatori, e sebbene servano ancora molti anni prima di rivedere ecosistemi stabili nel corso principale, è già possibile vedere di nuovo brulicare di vita i piccoli affluenti.