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Terza dose di vaccino, ecco a chi spetta

Tutto quello che c'è da sapere sulla somministrazione delle terze dosi dei vaccini anti Covid-19, a cominciare da chi sono i primi ad averne diritto
24 Settembre 2021 - ore 08:59 Redatto da Redazione Meteo.it
24 Settembre 2021 - ore 08:59 Redatto da Redazione Meteo.it
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(foto: Spencerbdavis/Pixabay)

Da martedì 20 settembre in tutte le regioni italiane è iniziata ufficialmente la somministrazione della terza dose (detta anche dose addizionale, o dose booster) di vaccino contro il Covid-19 per le persone più fragili. Si tratta di un passo avanti importante per proteggere le categorie più vulnerabili, in particolare rivolto a tutti coloro che sono immunodepressi e che perciò rischiano di soffrire delle complicanze peggiori da un eventuale contagio con il coronavirus Sars-Cov-2.

Con l'arrivo dell'autunno e (a breve) della stagione fredda c'è la possibilità di un incremento dei contagi, e perciò in questa fase è ritenuto di fondamentale importanza fare tutto il possibile per prevenire l'impatto sulla salute collettiva e sul sistema sanitario, a cominciare dalla tutela delle categorie più a rischio.

Perché è giunto il tempo della terza dose

La campagna vaccinale continua a procedere - forte anche di una piccola accelerazione indotta dalle nuove regole sul Green pass - e oltre 44 milioni e mezzo di italiani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, pari all’82% della popolazione sopra i 12 anni di età. Nonostante ci siano ancora milioni di persone nel nostro paese che non hanno iniziato il ciclo vaccinale, per tentare di scongiurare la crescita dei contagi e soprattutto un aumento dell’occupazione ospedaliera si è deciso di partire con la somministrazione delle terze dosi. Il modello da seguire pare essere quello di Israele, dove la somministrazione del secondo richiamo alle persone di età pari o superiore a 60 anni ha determinato un netto calo dei ricoveri nei reparti ospedalieri ordinari e nelle terapie intensive.

(foto: Pixabay)

Un primo studio scientifico condotto proprio sulla popolazione israeliana ha mostrato come la terza dose abbia ridotto di ben 19 volte la possibilità di contrarre la malattia in forma grave, mentre scende di 11 volte il rischio di contagio. Un altro dato molto significativo riguarda l’efficacia del vaccino: gli studiosi hanno evidenziato come, proprio grazie alla terza somministrazione vaccinale, aumenti sensibilmente la protezione dalla variante delta, riportando l’efficacia del vaccino vicino al 95% di efficacia. Naturalmente, tutto questo può determinare una generale riduzione della circolazione del virus e soprattutto dell’occupazione ospedaliera, elemento fondamentale per evitare nuove chiusure o lockdown.

L'ordine di vaccinazione: prima i più deboli

Come abbiamo imparato durante il primo round della campagna vaccinale, esistono dei criteri ben precisi per stabilire l’ordine di somministrazione del vaccino sulla popolazione generale. Per la terza dose hanno la priorità le persone immunocompromesse, ossia tutti coloro che sono considerati fragili o fragilissimi. Complessivamente, si tratta di circa 3 milioni di persone in Italia, che verranno contattati direttamente dalle Asl o dal medico di famiglia per ottenere un’ulteriore dose protettiva anti Sars-Cov-2.

Qualora una persona avente diritto non dovesse essere contattata, potrà attivarsi direttamente e chiamare i call center dedicati, oppure prenotare l’iniezione direttamente tramite le piattaforme predisposte. La lista precisa di tutte le categorie aventi diritto è riportata in una circolare del ministero della Salute: tra questi rientrano persone che hanno ricevuto o sono in attesa di un trapianto d’organo, pazienti oncologici, persone con insufficienze renali, immunodeficienze primitive e secondarie, Aids e altre patologie molto debilitanti.

(foto: Unsplash)

Dopo di loro, in ordine di priorità, sarà probabilmente il turno di altre categorie ritenute a rischio e che necessitano di una dose booster per evitare un calo della copertura vaccinale. Tra questi rientrano certamente tutte le persone over 80, i residenti nelle Rsa e il personale sanitario. Per quest'ultima categoria, che peraltro è stata la prima a sottoporsi alla vaccinazione durante l’inverno scorso, si parla nello specifico di rischio professionale, e di conseguenza si è stabilità la necessità di una dose addizionale per ridurre la possibilità di contagio all'interno delle strutture sanitarie.

Parrebbe essere ancora presto, invece, per parlare di terza dose per tutti: in questo momento è importante proteggere coloro che a causa di un sistema immunitario indebolito hanno avuto una produzione di anticorpi minore rispetto alla norma dopo aver completato il primo ciclo vaccinale, e che quindi necessitano di un rinforzo. Per tutti gli altri bisognerà aspettare, non tanto e non solo per questioni di sicurezza e efficacia, ma anzitutto perché a oggi le priorità sono altre. Anche se ormai la disponibilità di dosi di vaccino non rappresenta più né un ostacolo né un collo di bottiglia, la macchina nazionale delle vaccinazioni non ha una capacità illimitata, dunque occorre comunque continuare a fissare dei criteri d'azione.

(foto: Unsplash)

Terza dose con le formulazioni Pfizer o Moderna

Per la somministrazione della dose addizionale potranno essere impiegati entrambi i vaccini autorizzati a rna messaggero, ossia quelli prodotti da Pfizer-BioNTech e da Moderna. In particolare, il primo può essere impiegato per tutte le persone di età superiore a 12 anni, mentre il secondo solo per i maggiorenni. In generale si cercherà di inoculare lo stesso vaccino già utilizzato in precedenza, in modo da permettere quanto più possibile una vaccinazione omologa anziché eterologa. Le autorità ricordano anche di presentarsi al centro vaccinale muniti di Green pass.

A proposito di vaccinazione eterologa va ricordato che, come stabilito dall’Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco), è ritenuto sicuro anche utilizzare per la terza dose un vaccino differente rispetto alla prima e alla seconda, e non sono presenti controindicazioni specifiche. Ciò vale, allo stesso modo, per chi ha iniziato la vaccinazione con un vaccino a vettore virale come quelli di Astrazeneca e Johnson&Johnson. In tutti i casi, la dose booster potrà essere iniettata solo una volta trascorsi almeno 28 giorni dalla somministrazione della dose precedente (ossia la seconda dose o la monodose, a seconda dei casi).

Cosa pensano gli italiani della terza dose

Nonostante ci sia una parte non trascurabile della popolazione che ritiene non necessaria la somministrazione del vaccino, la stragrande maggioranza degli italiani si dichiara felice di essersi sottoposta al primo ciclo vaccinale. Facendo riferimento a un sondaggio condotto da Swg, l'84% dei vaccinati ritiene di essere abbastanza protetto o molto protetto grazie al vaccino ricevuto, ritenendo molto importante la somministrazione delle prime due dosi necessarie per la tutela della propria salute.

Ci sono pareri più discordanti, invece, per quanto riguarda la terza dose: la maggior parte degli intervistati, circa il 61%, si dichiara disponibile a fare un richiamo solo se strettamente necessario, mentre il 24% sarebbe disposto a procedere il prima possibile. Infine, il restante 15% si dichiara contrario a ricevere il booster vaccinale. Insomma, a oggi il numero di italiani realmente convinto ad assumere la terza dose in maniera incondizionata pare piuttosto limitato, non tanto per questioni di sicurezza o di efficacia ma per i dubbi sul fatto che sia davvero necessaria, considerata anche la vicinanza temporale con il primo ciclo vaccinale.

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