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Macché estinte, le mosche carnivore sono tornate

Dopo oltre un secolo e mezzo di assenza, degli esemplari di Thyreophora cynophila sono stati avvistati in Francia: amano il freddo e hanno la testa arancione brillante
ALTRO31 Agosto 2022 - ore 13:51 - Redatto da Redazione Meteo.it
ALTRO31 Agosto 2022 - ore 13:51 - Redatto da Redazione Meteo.it

Ormai erano diventate solo un lontano ricordo, ma ora sono ufficialmente tornate e dobbiamo imparare sia a riconoscerle sia a proteggerci dai loro attacchi: le mosche carnivore, infatti, sono state avvistate in Francia tra la sorpresa degli esperti. Nonostante un dubbio caso di avvistamento in Spagna nel 2010, questa specie era di fatto considerata estinta dal lontano 1836, dopo che il numero di esemplari si era più volte decimato a causa dell'attività umana.

Facilmente riconoscibili

Le cosiddette mosche carnivore appartengono alla specie Thyreophora cynophila e sono anche note con il nome di "mosche dell’avvoltoio barbuto". Nella realtà dei fatti, le informazioni a oggi a disposizione sulla specie sono molto limitate, perché nel recente passato non è stato ovviamente possibile studiarle in maniera approfondita. Proprio gli ultimi avvistamenti, però, potrebbero facilitare le ricerche scientifiche e favorire un'indagine più approfondita. Già dal 2018, peraltro, sulla base dei possibili avvistamenti erano in corso delle ricerche per rintracciare questo tipo di insetti e fotografarli per ottenere ulteriori informazioni. Ma, come spesso accade, i nuovi avvistamenti sono arrivati solo grazie a una fortunata coincidenza.

Per ora si sa che la loro caratteristica principale è la testa di colore arancione brillante, con il resto del corpo nero. Sono insetti prettamente invernali, in quanto il freddo non infastidisce le larve, e il loro cibo preferito sono le carcasse in decomposizione di animali, sia domestici sia selvatici.

È bene precisare che il rischio di incontrarne una dal vivo è piuttosto remoto, anche perché al momento pare che gli esemplari in vita siano rarissimi, ma gli scienziati sottolineano che è importante riuscire a riconoscerle, da cittadini per tutelare la nostra salute ma anche da ricercatori per ottenere nuove informazioni sulla loro fisiologia e sulla loro storia. L’ultimo avvistamento confermato, dopo oltre un secolo e mezzo, risale in particolare al febbraio scorso, quando un guardiano del Parco nazionale dei Pirenei le ha notate sulla carcassa di un cinghiale morto, a un’altitudine di circa 1.700 metri. Da allora l'attenzione su questi animaletti è altissima, ed è probabile che arrivino presto ulteriori novità.

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