Italia sempre più calda, rischio aumento anche di 6 gradi entro il 2100: lo studio

Il cambiamento climatico in Italia è ormai una realtà presente e non più un fenomeno previsto per il futuro. Secondo l’ultimo rapporto del Centro Studi sul Cambiamento Climatico (CCSC), aggiornato ai dati del 2024, il Paese si trova in una situazione di vulnerabilità, con scarse capacità di risposta e un rischio crescente.
Il report evidenzia che nel 2024 si sono verificati ben 351 eventi estremi, di cui 198 nel Nord del Paese. Al contrario, il Sud Italia e le Isole hanno dovuto affrontare una persistente siccità. In Sicilia, le precipitazioni sono state inferiori del 40% rispetto alla media storica, mentre in Sardegna i bacini idrici sono al 52% della loro capacità.
Allarme cambiamento climatico, il clima in Italia si sta tropicalizzando: le previsioni
Dal 2010 al 2024, i giorni con temperature superiori ai 35°C sono raddoppiati, e quasi il 18% delle coste italiane è ormai vittima di una forte erosione. Questi dati, presentati nel nuovo rapporto del Centro Studi sul Cambiamento Climatico, dipingono l'Italia come un Paese sempre più vulnerabile e impreparato, minacciato non solo da una crisi ambientale, ma anche economica, sociale e infrastrutturale.
Lo scenario presenta il rischio di un aumento della temperatura media anche di 6°C entro il 2100: l’Italia rischia di trasformarsi in un Paese dalle caratteristiche tropicali. In questo contesto, le città italiane, come Terni, che già nel 2024 ha registrato ben 49 giorni sopra i 35°C, stanno vivendo gli effetti di un clima sempre più estremo.
Il rapporto prevede che, nei decenni a venire, le piogge diventeranno eventi più rari ma estremamente violenti, concentrandosi in brevi periodi di 24-48 ore, con una rete fognaria insufficiente a gestirle. Più di 7.400 comuni sono a rischio frana o alluvione, e le coste sono in costante arretramento, con il 17,9% dei litorali gravemente erosi.
Per far fronte a questa emergenza, il Centro propone tre azioni urgenti: migliorare la rete idrica, che attualmente spreca il 45% dell’acqua potabile, avviare piani di manutenzione del suolo e protezione delle coste, e sviluppare strategie regionali di adattamento che utilizzino dati climatici e geolocalizzati per prevedere e prevenire i disastri.
La proposta è quella di adottare un modello operativo nazionale che integri i dati climatici con le priorità infrastrutturali, creando una vera e propria agenda climatica per prepararsi ai cambiamenti, evitando che la prossima calamità diventi solo l’ennesima tragedia annunciata.
Estate 2025, oltre 16.000 morti in Europa a causa del caldo
Il cambiamento climatico continua a manifestarsi con effetti devastanti, e quest’estate 2025 in Europa si è registrato un dato drammatico: almeno 16.500 persone sono morte a causa del caldo estremo nelle città del continente.
Questo è quanto emerge intanto da uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine, che ha esaminato le temperature tra giugno e agosto, in una stagione che è stata la quarta più calda mai registrata in Europa.
In Spagna e Portogallo, le temperature hanno raggiunto i 46°C, mettendo a rischio la vita dei lavoratori all’aperto e spingendo alcuni Paesi a chiudere temporaneamente monumenti iconici come la Tour Eiffel e l’Acropoli di Atene. Lo studio evidenzia che le temperature estive sono state in media di 3,6°C più alte a causa del cambiamento climatico.
Tuttavia, i dati raccolti riguardano solo 854 aree urbane, che rappresentano circa un terzo della popolazione europea, quindi il bilancio delle vittime potrebbe essere ancora più alto. Le persone anziane sono le più vulnerabili: oltre l’80% delle morti legate al caldo ha riguardato individui con più di 65 anni.
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