Ecoansia per il 44% dei giovani tra rabbia, paura e futuro incerto

Un’analisi, condotta dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (IEP) su incarico di Greenpeace e ReCommon, su più di 3.600 giovani adulti italiani tra i 18 e i 35 anni, ha esaminato gli effetti della crisi climatica sull’equilibrio emotivo e sulla salute psicologica delle nuove generazioni. I dati raccolti mettono in evidenza come il degrado ambientale influenzi profondamente il vissuto quotidiano e le aspettative verso il futuro.
Ecoansia, in che modo il cambiamento climatico influenza la salute mentale dei giovani?
La ricerca in questione si è posta l’obiettivo di comprendere quali stati emotivi i giovani associno alla crisi climatica e in che modo la cosiddetta ecoansia influenzi la loro quotidianità. In psicologia, questo termine indica un senso persistente di paura e disagio legato all’idea di catastrofi ambientali future e agli effetti del riscaldamento globale. Il 44% è colpito da ecoansia.
I risultati mostrano che, per molti ragazzi, pensare al cambiamento climatico significa soprattutto provare inquietudine verso il domani. Una parte consistente degli intervistati riferisce anche sentimenti di rabbia e frustrazione, mentre altri parlano di impotenza e rassegnazione. Solo una minoranza riconosce in sé un senso di responsabilità o di impegno personale nei confronti dell’ambiente.
L’indagine mette in luce un legame stretto tra livelli elevati di ecoansia e un più ampio malessere psicologico che emerge sia in chi ha vissuto direttamente eventi climatici estremi sia in chi ne è consapevole attraverso le informazioni disponibili. L’impatto emotivo della crisi ambientale risulta quindi perlopiù mediato da fattori psicologici come la visione pessimistica del futuro e, soprattutto, la difficoltà a trovare uno scopo nella propria vita.
Sud e Isole sono le aree più colpite
L’analisi dei dati evidenzia come i giovani residenti nel Mezzogiorno e nelle regioni insulari risultino particolarmente esposti agli effetti psicologici della crisi ambientale. In questi territori, la percezione dei rischi legati al cambiamento climatico appare più forte e diffusa rispetto ad altre aree del Paese.
Molti ragazzi manifestano un carico emotivo più pesante, caratterizzato da pensieri ripetitivi, senso di insoddisfazione e stati d’ansia che tendono a protrarsi nel tempo.
Gli studiosi ipotizzano che questo divario geografico non sia casuale, ma dipenda da una combinazione di fattori. Da un lato, il Sud e le Isole sono spesso più colpiti da fenomeni climatici estremi e da condizioni ambientali critiche. Dall’altro, un contesto economico e sociale più vulnerabile potrebbe amplificare il senso di precarietà e rendere i giovani ancora più sensibili alle conseguenze della crisi climatica.
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