Come riciclare l'alluminio: 5 regole da seguire

In Italia, tutto l’alluminio che utilizziamo deriva dal riciclo, un processo che consuma solo il 5% dell’energia necessaria per produrlo da materie prime.
Una volta raccolto, il materiale viene selezionato e compattato in balle, pronte per la fonderia. Qui subisce un primo trattamento a circa 500° per eliminare vernici e impurità, prima di essere fuso a 800° fino a diventare alluminio liquido.
Da questo stato può essere trasformato in placche, pronte per la lavorazione in semilavorati e nuovi prodotti. Il riciclo permette così di ridurre enormemente sprechi e consumi energetici. Ecco perché ogni lattina o contenitore non correttamente conferito rappresenta una risorsa preziosa che perdiamo.
Riciclo dell'alluminio, le 5 regole da seguire
Riciclare l’alluminio correttamente richiede attenzione, ma seguendo alcune semplici regole diventa facile ed efficace. La prima regola riguarda cosa conferire: lattine, fogli sottili, vaschette, bombolette spray, tappi e tubetti in alluminio vanno sempre nella raccolta differenziata, seguendo le modalità del proprio Comune. Se l’imballaggio è composto in gran parte da alluminio, è riciclabile; anche i piccoli pezzi staccabili, come un tappo metallico, vanno conferiti. Una convinzione errata è che solo le lattine possano essere recuperate: qualsiasi alluminio riconoscibile viene riciclato.
La seconda regola riguarda lo svuotamento: gli imballaggi devono essere privi di residui di prodotto. Non serve lavarli completamente: basta eliminare ciò che potrebbe contaminare o interferire con la selezione del materiale. Il riciclo funziona anche con micro residui innocui, e la qualità del materiale raccolto viene monitorata attraverso controlli costanti. Il terzo principio è la separazione dai materiali diversi: quando possibile, conviene dividere alluminio, plastica e carta, per facilitare il processo in impianto. Se la separazione non è possibile, prevale la logica del materiale principale dell’imballaggio. Questo semplice accorgimento riduce gli scarti e aumenta l’efficienza del riciclo.
La quarta regola riguarda la corretta destinazione: a seconda del Comune, l’alluminio va nel contenitore della plastica/metalli, in quello dei metalli o insieme al vetro. È fondamentale rispettare le indicazioni locali, perché procedure diverse possono compromettere il recupero del materiale. CIAL, che copre il 70% dei Comuni italiani e circa 45,8 milioni di abitanti, monitora e supporta la raccolta, garantendo precisione su larga scala. Seguire queste semplici regole permette di valorizzare l’alluminio e ridurre gli sprechi, trasformando ogni piccolo gesto in un contributo concreto per l’ambiente.
Italia leader nel riciclo dell'alluminio
Con un tasso di riciclo del 70,3% nell’ultimo anno, l’Italia si conferma il Paese europeo più virtuoso nella raccolta e nel recupero degli imballaggi in alluminio. Secondo l’ultimo rapporto di CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), il riutilizzo degli imballaggi ha evitato l’emissione di 417.000 tonnellate di CO2 e ha consentito un risparmio energetico pari a oltre 182.000 tonnellate di petrolio. Il risultato posiziona l’Italia in anticipo rispetto agli obiettivi dell’Unione Europea, che prevedono il 50% di riciclo entro il 2025 e il 60% entro il 2030.
Tra gli imballaggi più recuperati ci sono le lattine, di cui quasi il 94% viene trasformato in nuovi prodotti. Se confrontato con i Paesi che adottano il sistema del deposito cauzionale, dove il riciclo si attesta intorno al 76%, emerge la grande efficacia del recupero rispetto al semplice riuso. Il dato dimostra quanto il riciclo intelligente possa produrre benefici concreti per l’ambiente e per l’economia circolare. Ogni lattina correttamente conferita contribuisce a ridurre gli sprechi e a preservare risorse preziose. L’Italia, quindi, non solo raggiunge risultati eccellenti, ma diventa un modello per l’Europa nella gestione sostenibile degli imballaggi in alluminio.






