Come gestire al meglio l'intolleranza al lattosio
![](https://w-content.meteosuper.it/2023/09/the-humble-co-kzZ4Y8YlY6U-unsplash--1-.jpg)
L’intolleranza al lattosio, soprattutto nei casi in cui non viene gestita correttamente, può determinare un peggioramento della qualità della vita delle persone. Per controllare al meglio i sintomi e mantenere una dieta equilibrata, chi presenta questa condizione dovrebbe certamente prestare più attenzione alle scelte a tavola. Non è sufficiente ridurre o eliminare i cibi contenenti lattosio, ma è importante scegliere le giuste alternative e anche utilizzare - quando necessario - integratori specifici.
Le alternative al lattosio
L’intolleranza al lattosio è una condizione molto comune che deriva dalla carenza dell’enzima lattasi, essenziale per la scomposizione del lattosio stesso in glucosio e galattosio. Si stima interessi grossomodo il 50% degli italiani e, pur non essendo in sé particolarmente pericolosa per la salute generale, richiede qualche attenzione in più nella quotidianità.
I sintomi possono variare (anche di molto) da persona a persona: i più frequenti sono dolori addominali, gonfiore, flatulenza, diarrea, nausea e crampi addominali. Questi si manifestano, di norma, poco tempo dopo avere ingerito cibi contenenti lattosio, poi nel giro di qualche ora tendono spontaneamente a scomparire.
![](https://w-content.meteosuper.it/2023/09/glass-1587258_1280.jpg)
Oltre a ridurre il consumo di alimenti di origine lattiero-casearia, è importante optare per alternative vegetali come il latte di mandorla, di soia o di cocco. Non sempre l’intolleranza impedisce di assumere lattosio e, proprio in questi casi, può essere utile consumarne regolarmente piccole quantità, così definire i propri limiti e assicurare il corretto apporto di calcio. In alcuni circostanze, su suggerimento del medico, si possono anche assumere integratori di lattasi, i quali permettono una più efficace digestione del lattosio presente nei cibi.