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Il mare minaccia di sommergere l’Italia nei prossimi decenni: le zone secondo la ricerca di Fondazione Cmcc

Una nuova mappa del Cmcc rivela le aree più vulnerabili, come per esempio la costa di Lecce, all’innalzamento del mare, indicando rischi concreti di allagamenti e soluzioni per proteggere il territorio.
Sostenibilità1 Ottobre 2025 - ore 12:36 - Redatto da Meteo.it
Sostenibilità1 Ottobre 2025 - ore 12:36 - Redatto da Meteo.it
Foto di repertorio

Non è solo una previsione astratta: l’innalzamento del livello del mare minaccia direttamente, per esempio, la costa di Lecce, cuore del Salento. Una nuova mappa realizzata dai ricercatori della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici mostra con precisione dove e come l’Adriatico potrebbe infiltrarsi, allagando case, strade e campagne durante le mareggiate più intense.

Pubblicato sul Journal of Water and Climate Change, lo studio offre uno strumento fondamentale per la pianificazione futura del territorio, mettendo in evidenza i punti critici in cui le dune, barriere naturali preziose ma fragili, rischiano di cedere, trasformandosi in porte d’ingresso per l’acqua.

Il mare minaccia di sommergere l’Italia: come è stata creata la mappa del rischio?

I ricercatori hanno combinato modelli digitali del terreno ad altissima risoluzione (un metro) con le proiezioni di innalzamento del mare previste nei prossimi 35 anni. Il risultato è una fotografia dettagliata e preoccupante: non è tanto l’erosione frontale a rappresentare la principale minaccia, quanto le infiltrazioni attraverso i varchi e le ferite delle dune.

Tra i 15 km di costa analizzati, le aree più vulnerabili risultano i settori settentrionali: Spiaggiabella, Torre Chianca e Frigole. A Spiaggiabella, ad esempio, le superfici urbane a rischio allagamento potrebbero quasi raddoppiare, passando dagli 11 ettari del 2020 ai 20 ettari previsti nel 2060.

Fonte: Fondazione CMCC

I punti critici individuati dai ricercatori

La mappa segnala con precisione chirurgica le aree più esposte:

  • Ex laguna di Fiumicelli a Spiaggiabella
  • Stagno Fetida a Torre Chianca, con rischio per Piazza Paradiso
  • Un passaggio a Frigole, vicino a uno stabilimento balneare, da cui il mare potrebbe superare il Lungomare Attilio Mori

Questi non sono scenari lontani: sono dinamiche già in corso, che l’innalzamento del mare renderà sempre più gravi.

Le soluzioni proposte: difendere le dune e gestire il territorio

Lo studio del CMCC non si limita a lanciare l’allarme, ma propone azioni concrete:

  • Ripristino ecologico delle dune per rafforzare le barriere naturali
  • Limitazione dei parcheggi nelle aree a ridosso degli stagni e delle dune
  • Manutenzione regolare dei canali di bonifica per migliorare il drenaggio
  • Monitoraggio costante tramite reti strumentali per anticipare gli eventi estremi

“L’approccio più efficace è integrare queste vulnerabilità nei piani di lungo periodo”, ha spiegato Gianandrea Mannarini, ricercatore del CMCC e primo autore dello studio.

Un problema nazionale: da Lecce a Venezia

Il caso di Lecce è emblematico di una fragilità che riguarda tutta l’Italia. Secondo i dati di Climate Central, l’area più a rischio è l’Alto Adriatico, dove la subsidenza e l’innalzamento del mare minacciano Venezia, il Delta del Po e la Riviera Romagnola.

Ma nessun versante è al sicuro:

  • sul Tirreno rischiano allagamenti la Versilia, Livorno, Ostia, Fiumicino, Sperlonga e Gaeta;
  • in Campania le criticità riguardano il litorale Domizio e la piana del Sele;
  • sullo Ionio e nelle Isole le aree a rischio includono le coste di Calabria, Basilicata, Catania, Cagliari e Oristano.

Conoscenza scientifica per pianificare il futuro

Lo studio CMCC nasce dalla consapevolezza che solo un approccio basato sulla conoscenza scientifica del territorio può aiutare cittadini e istituzioni ad affrontare le sfide del cambiamento climatico. Difendere le dune e pianificare oggi le azioni di adattamento significa preparare il futuro delle comunità costiere, dal Salento a Venezia.

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