Il mare minaccia di sommergere l’Italia nei prossimi decenni: le zone secondo la ricerca di Fondazione Cmcc

Non è solo una previsione astratta: l’innalzamento del livello del mare minaccia direttamente, per esempio, la costa di Lecce, cuore del Salento. Una nuova mappa realizzata dai ricercatori della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici mostra con precisione dove e come l’Adriatico potrebbe infiltrarsi, allagando case, strade e campagne durante le mareggiate più intense.
Pubblicato sul Journal of Water and Climate Change, lo studio offre uno strumento fondamentale per la pianificazione futura del territorio, mettendo in evidenza i punti critici in cui le dune, barriere naturali preziose ma fragili, rischiano di cedere, trasformandosi in porte d’ingresso per l’acqua.
Il mare minaccia di sommergere l’Italia: come è stata creata la mappa del rischio?
I ricercatori hanno combinato modelli digitali del terreno ad altissima risoluzione (un metro) con le proiezioni di innalzamento del mare previste nei prossimi 35 anni. Il risultato è una fotografia dettagliata e preoccupante: non è tanto l’erosione frontale a rappresentare la principale minaccia, quanto le infiltrazioni attraverso i varchi e le ferite delle dune.
Tra i 15 km di costa analizzati, le aree più vulnerabili risultano i settori settentrionali: Spiaggiabella, Torre Chianca e Frigole. A Spiaggiabella, ad esempio, le superfici urbane a rischio allagamento potrebbero quasi raddoppiare, passando dagli 11 ettari del 2020 ai 20 ettari previsti nel 2060.

I punti critici individuati dai ricercatori
La mappa segnala con precisione chirurgica le aree più esposte:
- Ex laguna di Fiumicelli a Spiaggiabella
- Stagno Fetida a Torre Chianca, con rischio per Piazza Paradiso
- Un passaggio a Frigole, vicino a uno stabilimento balneare, da cui il mare potrebbe superare il Lungomare Attilio Mori
Questi non sono scenari lontani: sono dinamiche già in corso, che l’innalzamento del mare renderà sempre più gravi.
Le soluzioni proposte: difendere le dune e gestire il territorio
Lo studio del CMCC non si limita a lanciare l’allarme, ma propone azioni concrete:
- Ripristino ecologico delle dune per rafforzare le barriere naturali
- Limitazione dei parcheggi nelle aree a ridosso degli stagni e delle dune
- Manutenzione regolare dei canali di bonifica per migliorare il drenaggio
- Monitoraggio costante tramite reti strumentali per anticipare gli eventi estremi
“L’approccio più efficace è integrare queste vulnerabilità nei piani di lungo periodo”, ha spiegato Gianandrea Mannarini, ricercatore del CMCC e primo autore dello studio.
Un problema nazionale: da Lecce a Venezia
Il caso di Lecce è emblematico di una fragilità che riguarda tutta l’Italia. Secondo i dati di Climate Central, l’area più a rischio è l’Alto Adriatico, dove la subsidenza e l’innalzamento del mare minacciano Venezia, il Delta del Po e la Riviera Romagnola.
Ma nessun versante è al sicuro:
- sul Tirreno rischiano allagamenti la Versilia, Livorno, Ostia, Fiumicino, Sperlonga e Gaeta;
- in Campania le criticità riguardano il litorale Domizio e la piana del Sele;
- sullo Ionio e nelle Isole le aree a rischio includono le coste di Calabria, Basilicata, Catania, Cagliari e Oristano.
Conoscenza scientifica per pianificare il futuro
Lo studio CMCC nasce dalla consapevolezza che solo un approccio basato sulla conoscenza scientifica del territorio può aiutare cittadini e istituzioni ad affrontare le sfide del cambiamento climatico. Difendere le dune e pianificare oggi le azioni di adattamento significa preparare il futuro delle comunità costiere, dal Salento a Venezia.
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