“Fermate la Grindadráp”. Altri 53 delfini uccisi nella "pesca tradizionale" delle Faroe

“La caccia alle balene globicefalo ha sterminato 53 delfini, tra cui quattro cuccioli, che si aggiungono ai 520 globicefali già uccisi nelle Isole Faroe quest'anno”.
A denunciare la nuova strage in mare è Valentina Crast, direttrice della campagna di Sea Shepherd, che da anni contesta la sanguinosa “pesca tradizionale” praticata nell’arcipelago autonomo, parte del Regno di Danimarca.
Secolare e sanguinosa mattanza
Ad avvisare l’associazione Sea Shepherd dell’ultima pesca sono stati, come riporta il Corriere della Sera, alcuni gruppi di abitanti delle isole che, sempre più numerosi, contestano la Grind o Grindadráp.
Questa tecnica di pesca, importata dai vichinghi e di cui si hanno notizie fin dal ’500 prevede che i cetacei siano spinti in acque poco profonde prima della crudele mattanza con coltelli e uncini secondo le tecniche tradizionali.
Sea Shepherd: “Stop the Grind nel XXI secolo”
“Non c'è alcuna ‘tradizione’ che possa giustificare questo massacro” sostengono gli attivisti. Un tempo veniva praticato per procurarsi cibo, oggi non servirebbe più.
Non solo, le stesse autorità locali sconsigliano di mangiare carne di balena e di delfino per gli alti livelli di mercurio e altri inquinanti. In media, ogni anno alle Faroe vengono uccisi mille globicefali e moltissimi delfini (1400 nel 2021).
“Queste cacce crudeli devastano interi branchi, minano la biodiversità marina e continuano nonostante gli avvertimenti che la carne non è adatta al consumo umano”, prosegue Crast rilanciando la campagna Stop the Grind.
“Ed è soprattutto la caccia ai ‘delfini dai denti obliqui’ a far temere per gli equilibri della fauna ittica dell’area. Il governo delle Isole Faroe non può più giustificare queste uccisioni nel XXI secolo, per questo chiediamo la fine definitiva delle crudeli uccisioni di globicefali e delfini”.