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Terremoto Catania, scossa di magnitudo 3.3 al largo della costa: i dettagli

Oggi, lunedì 16 settembre, alle 2.02, ora locale, un evento sismico di 3.3 si è verificato al largo della costa siciliana, intorno alla città di Catania. Ecco le ultime news sul terremoto e sul degassamento dell'area
Eventi estremi16 Settembre 2024 - ore 10:53 - Redatto da Meteo.it
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Una scossa a terremoto a Catania, di magnitudo 3.3, verificatasi al largo della costa, ha svegliato parte della popolazione della città siciliana alle 2.02 di oggi, lunedì 16 settembre 2024. Ecco tutte le news in merito all'evento sismico.

Terremoto a Catania: scossa di 3.3

Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3 è stata registrata - come dicevamo - in torno alle 2.02 di oggi, lunedì 16 settembre. Secondi i dati registrati dall'INGV - L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - l'evento sismico si è verificato a una profondità di 23 chilometri e ha avuto epicentro a 8 km di distanza da Riposto.

Inizialmente il sisma era stato stimato tra il 3.2 e il 3.7 di magnitudo, poi, dati aggiornati alla mano, l'INGV ha rivisto la stima sottolineando che l'evento ha avuto una magnitudo del 3.3.

La zona coinvolta? Per la precisione l'evento sismico ha interessato la costa compresa nel tratto tra Mascali e Giarre. Per fortuna non si sono registrati danni a persone o cose, ma il sisma è stato comunque avvertito da qualche abitante che ha raccontato, sui social, di aver sentito la terra tremare letteralmente sotto i piedi.

L'INGV ha reso inoltre noto che prosegue l'attività di degassamento presso l'area cresterica sommitale. Secondi i dati raccolti nelle ultime ore, infatti, dalle 17 di ieri, circa, il tremore vulcanico dell'Etna ha mostrato rapide variazioni di ampiezza che hanno raggiunto, seppur di poco, valori alti senza, però, almeno per ora, dare vita ad altri fenomeni.

Che cos'è l'attività di degassamento?

L'attività di degassamento è, per gli esperti del campo, una delle chiavi di lettura che servono a interpretare e comprendere le eruzioni dei vulcani basaltici.

Da anni l'Etna viene utilizzato come caso di studio grazie all’importante estensione delle reti di monitoraggio e sorveglianza che sono state realizzate ad hoc proprio per misurare il degassamento del vulcano andando ad analizzare il bilancio tra i gas esistenti in profondità in un sistema vulcanico e il loro degassamento in superficie.

A quanto si apprende grazie allo studio riportato sul sito dell'INGV, gli scienziati hanno valutato attentamente le misurazioni dei flussi e della composizione chimica dei gas vulcanici emessi dall’Etna a partire da un paio di anni prima dell'attività eruttiva indagata per poi poter misurare ogni variazione e controllare le conseguenze ad ogni mutamento.

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