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Stanchezza fin dalla mattina (magari con l’autunno)? Lo studio sul perché

La forte stanchezza mattutina colpisce il 10% delle persone e il problema si acuisce con il cambio di stagione. Una ricerca italiana ne cerca la spiegazione in un “cortocircuito cerebrale”.
Salute17 Ottobre 2025 - ore 08:45 - Redatto da Meteo.it
Salute17 Ottobre 2025 - ore 08:45 - Redatto da Meteo.it

Stanchezza fin dalla mattina senza riuscire a spiegarla né a superarla anche con il riposo? Si manifesta in particolare ora con l’autunno, quando i cambiamenti di temperatura, ore di luce e routine quotidiana aumentano la sensazione di fatica. In generale, un italiano su 10 si sente così, privo di energia, anche oltre il cambio di stagione, magari da oltre sei mesi.

Secondo un nuovo studio di un gruppo di ricercatori dell'università di Verona, condotto nell'ambito del programma Mnesys sulle neuroscienze, questa stanchezza potrebbe dipendere da una sorta di “cortocircuito” nel cervello, meno capace di valutare realisticamente quanto sforzo serva per compiere un'azione.

Un cortocircuito del cervello

Mirta Fiorio e Angela Marotta del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell'Università di Verona sono partite, come riporta l’Ansa, studiando persone con patologie neurologiche in cui la stanchezza è molto comune, come la malattia di Parkinson, e persone sane che si sentono più affaticate del normale nella vita di tutti i giorni.

Mirta Fiorio spiega che esiste un “difetto” nel processo che integra le informazioni sensoriali e motorie che arrivano al cervello e che è fondamentale per il controllo delle azioni. Per ogni gesto, infatti, il cervello prevede le sensazioni che proverà e ne regola l'intensità.

Rafforzare la consapevolezza del proprio corpo

"Studiando 77 persone con Parkinson o disturbi neurologici funzionali in cui la fatica è un sintomo frequente e invalidante”, prosegue Angela Marotta, “abbiamo osservato che nei pazienti con stanchezza patologica, e non in quelli senza, le sensazioni motorie vengono percepite più intense del dovuto. Ciò porta il cervello a commettere errori di previsione, ad attribuire un livello di sforzo maggiore alle proprie azioni".

I ricercatori hanno poi studiato lo stesso fenomeno nella popolazione generale. "Anche in chi ha la tendenza più marcata a sentirsi affaticato nella vita di tutti i giorni, il cervello ha una minore capacità di ridurre l'intensità delle sensazioni che provengono dai propri movimenti”, conclude Fiorio. “Questo fa ritenere le azioni più faticose del dovuto. Potremmo sfruttare tipi di attività fisica, come per esempio yoga e pilates, che aiutano a rafforzare la consapevolezza del proprio corpo".

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