Clima, uno studio scientifico: in Italia più fenomeni meteo estremi per il riscaldamento globale

Numerose ricerche indicano che il cambiamento climatico può favorire un aumento degli episodi di piogge intense, con il conseguente rischio di alluvioni più frequenti e violente.
In un clima più caldo, infatti, l’aria riesce a trattenere una quantità maggiore di umidità, motivo per cui gli eventi di precipitazioni estreme tendono a crescere più rapidamente rispetto alle piogge medie. Si stima dunque che un numero crescente di aree del pianeta sarà esposto a fenomeni piovosi intensi legati al riscaldamento globale.
Clima, crescono in Italia cicloni e fenomeni meteo estremi
Una recente ricerca del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ha analizzato per la prima volta in modo approfondito l’impatto del riscaldamento globale sui fenomeni meteorologici estremi in Italia e nel bacino del Mediterraneo.
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports (gruppo Nature) e intitolato “A cul-de-sac effect makes Emilia-Romagna more incline to floods in a changing climate”, offre nuove evidenze scientifiche sulle cause che rendono alcune aree più vulnerabili alle alluvioni.
I ricercatori hanno concentrato l’attenzione sul ruolo dell’umidità e sul modo in cui essa si muove nell’atmosfera, fattore chiave nel determinare la formazione e l’intensità delle piogge. Questo tipo di analisi, già condotta in altre parti del mondo, aiuta a comprendere meglio i meccanismi del ciclo idrologico e l’influenza di fenomeni come i fiumi atmosferici e i flussi d’aria a bassa quota.
L’indagine prende in esame in particolare l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2023, evento che ha provocato oltre 36.000 sfollati, 15 vittime e danni per circa 8,8 miliardi di euro. A differenza di altri episodi, non si sono registrate precipitazioni estreme in poche ore, ma piogge continue e persistenti per diversi giorni, sufficienti a saturare il terreno e causare devastazioni diffuse.
Secondo gli autori, l’aumento delle temperature del mare e delle terre emerse sta modificando il rapporto tra evaporazione, trasporto di umidità e precipitazioni. Un’atmosfera più calda, infatti, può trattenere una maggiore quantità di vapore acqueo, favorendo piogge più abbondanti e persistenti. Inoltre, i flussi orizzontali di umidità, intensificati dal riscaldamento globale, amplificano ulteriormente questi fenomeni.
Lo studio individua una combinazione di fattori, tra cui la presenza di cicloni stazionari e la morfologia del territorio, che può accrescere la gravità delle inondazioni. Gli studiosi ritengono che in tutto il Mediterraneo esistano zone con caratteristiche simili, quindi potenzialmente più esposte a questo tipo di eventi.
Comprendere in modo più preciso questi meccanismi, concludono i ricercatori del CMCC, rappresenta un passo fondamentale per migliorare i sistemi di previsione e prevenzione dei disastri legati al clima, aiutando le comunità a prepararsi meglio di fronte a un futuro sempre più segnato da fenomeni meteorologici estremi.
Italia terza in Europa per pericolosità degli eventi meteo estremi
L’Italia, caratterizzata da un tessuto urbano storico e da molte zone fortemente urbanizzate, è particolarmente vulnerabile agli effetti dei fenomeni meteorologici estremi, come temporali violenti, esondazioni e venti impetuosi. Nei primi mesi del 2025 si sono contati oltre 110 eventi climatici intensi, con un aumento di circa un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’incremento è attribuito a un clima sempre più imprevedibile, alla progressiva cementificazione del territorio e alla mancanza di sistemi efficienti di drenaggio delle acque. Le grandi città italiane, tra cui Milano, Roma e Napoli, risultano tra le più a rischio, spesso colpite da allagamenti improvvisi che provocano danni a case, infrastrutture e trasporti. La crescente frequenza di questi episodi evidenzia l’urgenza di interventi di adattamento urbano e di una pianificazione più sostenibile.
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