FacebookInstagramXWhatsApp

Clima, il nuovo studio: riduzione delle renne fino all’80% entro il 2100

Secondo un nuovo studio le renne, simbolo del Natale e soprattutto animali fondamentali per ambiente e popoli artici, potrebbero diminuire fino all’80% entro la fine del secolo. La colpa è del riscaldamento globale, con un calo da record nella storia della Terra.
Sostenibilità1 Settembre 2025 - ore 14:58 - Redatto da Meteo.it
Sostenibilità1 Settembre 2025 - ore 14:58 - Redatto da Meteo.it

Anche Babbo Natale si sta preoccupando? Il numero di renne artiche potrebbe registrare infatti cali fino all’80% entro la fine del secolo e l’allarme coinvolge ovviamente tutto l’ambiente e le popolazioni locali più che Santa Claus.

A sostenerlo, come riporta l’Ansa, è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances da un team di ricerca internazionale delle Università di Adelaide e Copenaghen e guidato dall'ecologa italiana Elisabetta Canteri.

Renne: calo da record nella storia

La colpa è del riscaldamento globale. Il tasso di riduzione risulta senza precedenti addirittura negli ultimi 21.000 anni. Chiamate caribù in Nord America, le renne sono una specie dell'era glaciale. Si sono adattate in modo unico agli ambienti artici, dove regolano gli ecosistemi e contribuiscono al sostentamento di molte popolazioni locali.

Sono già sopravvissute a vari momenti di riscaldamento artico. Stavolta potrebbero non farcela per i cambiamenti climatici in atto provocati dagli uomini. Come numero si sono infatti già ridotte per questo di quasi due terzi negli ultimi tre decenni.

L’ultimatum alle renne del cambiamento climatico

"Utilizzando fossili, Dna antico e modelli computerizzati, abbiamo ricostruito i cambiamenti nell'abbondanza e nella distribuzione delle renne negli ultimi 21.000 anni con risoluzioni mai raggiunte prima e li abbiamo confrontati direttamente con le previsioni future", dice Elisabetta Canteri.

"Questo ha rivelato che le popolazioni di renne hanno subito forti cali durante i periodi di rapido riscaldamento climatico, ma le perdite previste nei prossimi decenni a causa dei futuri cambiamenti climatici saranno probabilmente ancora più gravi di quelle del passato".

"Le nostre previsioni mostrano che le popolazioni di caribù nordamericani sono quelle più a rischio a causa del riscaldamento climatico, con probabili cali fino all'80% entro il 2100, a meno che non si verifichino tagli significativi alle emissioni di gas serra e aumenti degli investimenti nella gestione e nella conservazione della fauna selvatica". L'ecologo Damien Fordham dell'Università di Adelaide, che ha codiretto la ricerca, racconta così l’emergenza attuale per questi animali.

Artico con poche renne? I nuovi pericoli

La ricerca sostiene che la loro drammatica riduzione avrà "implicazioni ecologiche di vasta portata". Le renne contribuiscono alla diversità vegetale nella tundra nutrendosi di alcune piante e influenzando la crescita di altre. Il loro calo drastico avrebbe "molti effetti a cascata, tra cui la riduzione dello stoccaggio di carbonio nei suoli artici".

E questo, come sottolinea un altro degli autori dello studio, Eric Post dell'Università della California Davis, farebbe aumentare, in un circolo vizioso, ancora di più il riscaldamento globale.

Articoli correlatiVedi tutti


  • Sentinel-4, le prime immagini rivelano i punti più inquinati d’Europa: drammatica la situazione in Pianura Padana
    Sostenibilità23 Ottobre 2025

    Sentinel-4, le prime immagini rivelano i punti più inquinati d’Europa: drammatica la situazione in Pianura Padana

    Copernicus Sentinel-4, le prime immagini rilanciano l'allarme inquinamento sulla Pianura Padana.
  • Sostenibilità, Italia in retromarcia: i dati delle varie città
    Sostenibilità21 Ottobre 2025

    Sostenibilità, Italia in retromarcia: i dati delle varie città

    L’allarme sostenibilità da un report di Legambiente. Ecco le tendenze (in negativo) e i dati delle città, con il Sud in affanno.
  • Crescita record dei livelli di CO2: cosa comporta per il nostro futuro?
    Sostenibilità20 Ottobre 2025

    Crescita record dei livelli di CO2: cosa comporta per il nostro futuro?

    L'Organizzazione Meteorologica Mondiale registra un’impennata record di emissioni di CO₂: ecco cosa comporta.
  • Clima, un punto di non ritorno e dove possiamo ancora intervenire
    Sostenibilità14 Ottobre 2025

    Clima, un punto di non ritorno e dove possiamo ancora intervenire

    Cambiamento climatico: 160 scienziati elencano nel nuovo rapporto sui Global Tipping Point i punti di non ritorno. Con un primo già raggiunto.
Ultime newsVedi tutte


Meteo: domenica 26 e lunedì 27 ancora piogge, venti e neve! Quando migliora?
Tendenza23 Ottobre 2025
Meteo: domenica 26 e lunedì 27 ancora piogge, venti e neve! Quando migliora?
La tendenza meteo da domenica 26 conferma una nuova fase di maltempo che si protrarrà anche lunedì 27: attese piogge, forti venti e nevicate.
Meteo, fine settimana a due facce: sabato tranquillo, nuove piogge domenica. La tendenza dal 25 ottobre
Tendenza22 Ottobre 2025
Meteo, fine settimana a due facce: sabato tranquillo, nuove piogge domenica. La tendenza dal 25 ottobre
Weekend diviso in due: sabato condizioni meteo stabili quasi ovunque, domenica si conferma una nuova perturbazione. La tendenza
Meteo: tempo in miglioramento venerdì 24 ottobre, poi nuove piogge
Tendenza21 Ottobre 2025
Meteo: tempo in miglioramento venerdì 24 ottobre, poi nuove piogge
Breve pausa dal maltempo, poi arriva una nuova perturbazione tra sabato e domenica. La tendenza meteo nei dettagli
Mediaset

Ultimo aggiornamento Venerdì 24 Ottobre ore 10:38

Copyright © 1999-2020 RTI S.p.A. Direzione Business Digital - P.Iva 03976881007 - Tutti i diritti riservati.

Rispetto ai contenuti e ai dati personali trasmessi e/o riprodotti è vietata ogni utilizzazione funzionale all'addestramento di sistemi di intelligenza artificiale generativa. È altresì fatto divieto espresso di utilizzare mezzi automatizzati di data scraping.

Per la pubblicità Mediamond S.p.a. RTI spa, Gruppo Mediaset - Sede legale: 00187 Roma Largo del Nazareno 8 - Cap. Soc. € 500.000.007,00 int. vers. - Registro delle Imprese di Roma, C.F.06921720154