Addio alle vecchie bottiglie di plastica: nel 2030 saranno completamente diverse

Il consumo pro capite di acqua in bottiglia nel nostro Paese raggiunge in media i 208 litri l’anno, un primato europeo e il secondo posto a livello mondiale. Questo comportamento si traduce in circa 14 miliardi di bottiglie utilizzate ogni anno, una cifra in costante aumento nonostante le iniziative di sensibilizzazione. La plastica, tra i materiali più dannosi per l’ambiente, continua ad accumularsi negli oceani e negli habitat naturali. Per questo, a livello europeo si stanno cercando soluzioni condivise per ridurne l’uso e potenziare i sistemi di riciclo.
Addio alle bottiglie di plastica, ecco come saranno nel 2030
Da gennaio è scattata una nuova prescrizione prevista dalla Direttiva europea 904/2019 sui prodotti in plastica monouso, che introduce un requisito minimo di materiale riciclato nelle bottiglie per bevande. Le confezioni in PET immesse sul mercato devono ora includere almeno il 25% di plastica rigenerata, calcolato sul peso complessivo di tutte le parti in plastica: corpo del contenitore, tappo ed etichetta. Questo criterio punta a rendere più chiaro e verificabile l’intero ciclo produttivo.
Il percorso non si fermerà qui. A partire dal 2030, infatti, la quota obbligatoria di plastica riciclata dovrà aumentare fino ad almeno il 30%, in un’ottica di progressivo abbandono delle materie prime vergini. La direzione è quella di arrivare a soluzioni totalmente circolari, in cui le bottiglie siano realizzate esclusivamente con materiali riciclati, riducendo l’impatto ambientale e favorendo un uso più efficiente delle risorse.
Sul fronte della sicurezza e della qualità del contenuto non cambierà nulla: gli standard resteranno gli stessi. Ciò che potrà variare è l’aspetto esteriore delle bottiglie, che potrebbero risultare meno brillanti, leggermente opache o caratterizzate da sfumature irregolari. Questi dettagli visivi, però, non rappresentano un difetto, bensì il segno tangibile di un processo produttivo più sostenibile.
Bottiglie di plastica, perché i tappi non si staccano più
Dal 3 luglio 2024 è scattato l’obbligo previsto dalla Direttiva europea Single Use Plastic (SUP) 2019/904, che impone nuovi criteri di progettazione per bottiglie e contenitori in plastica o tetrapak destinati alle bevande fino a 3 litri. La principale novità riguarda l’introduzione dei “tethered cap”, ossia tappi che devono restare fissati al collo della confezione anche dopo l’apertura.
La finalità della norma è chiara: impedire che i tappi vengano dispersi nell’ambiente, contribuendo così a ridurre la quantità di plastica abbandonata. La direttiva si concentra sui prodotti monouso, ossia quegli articoli di plastica progettati per un impiego rapido e che, una volta gettati, generano un forte impatto ambientale. I dati sul tema sono eloquenti: i dieci oggetti in plastica usa e getta più rinvenuti sulle coste europee, insieme agli strumenti da pesca, costituiscono il 70% dei rifiuti marini dell’Unione. L’introduzione dei tappi solidali rappresenta dunque un passo significativo verso una gestione più responsabile dei materiali e la tutela degli ecosistemi.






