Scoperto un nuovo quasi satellite terrestre: da dove arriva e perché non resterà a lungo

Gli astronomi dell'Osservatorio Pan-STARRS, situato alle Hawaii, hanno individuato un asteroide dal comportamento singolare, denominato 2025 PN7. Si tratta di un oggetto spaziale con un diametro di circa 19 metri che, pur non essendo un vero e proprio satellite della Terra, la accompagna lungo la sua orbita in una sorta di "danza gravitazionale". Questo compagno cosmico segue il nostro pianeta da circa 60 anni e si prevede che continui a farlo per altri sessanta, mantenendosi in una traiettoria stabile nelle vicinanze terrestri.
Nuovo quasi satellite per la Terra: la sua origine e perché è destinato a sparire
La Terra ha appena acquisito un nuovo compagno temporaneo nello spazio: si chiama 2025 PN7 ed è stato recentemente individuato da un team di astronomi. Si tratta di un quasi satellite, una tipologia di corpo celeste piuttosto rara e affascinante.
A differenza dei veri satelliti, questi oggetti non sono legati stabilmente alla gravità terrestre, ma seguono un’orbita simile a quella del nostro pianeta attorno al Sole, mantenendosi in prossimità della Terra per periodi limitati.
I quasi satelliti sono stati riconosciuti come tali solo negli ultimi decenni e, sebbene non restino in orbita terrestre come la Luna, possono seguirci per anni, più a lungo delle cosiddette "mini-lune". 2025 PN7 segue un’orbita eliocentrica e presenta caratteristiche simili a un piccolo gruppo di asteroidi chiamati Arjuna, parte della famiglia dei Neo (Near-Earth Objects), ovvero gli oggetti che transitano nelle vicinanze dell’orbita terrestre.
Quando vennero scoperti i primi esemplari di questo tipo, si ipotizzò perfino che fossero sonde artificiali o frammenti di detriti spaziali sfuggiti al controllo, ma studi successivi hanno confermato la loro origine naturale. Le analisi condotte sul nuovo oggetto indicano che 2025 PN7 sarà solo un compagno temporaneo della Terra: la sua orbita lo porterà ad allontanarsi nel giro di poco tempo.
2025 PN7 non è l’unico oggetto di questo tipo identificato finora, ma rimane comunque parte di una cerchia ristretta: a oggi, sono soltanto sette i quasi-satelliti conosciuti, incluso questo. Il primo esempio fu individuato nel 1991 e venne catalogato come 1991 VG. La sua natura così enigmatica portò persino qualcuno a ipotizzare che potesse trattarsi di una sonda extraterrestre, tanto era insolito il suo comportamento orbitale.
Oggi tutta la comunità scientifica concorda sul fatto che questi oggetti siano naturali, probabilmente generati da frammenti di asteroidi, detriti derivati da impatti lunari, o residui provenienti dalla fascia principale di asteroidi tra Marte e Giove.
Il fatto che, dopo decenni di osservazioni, ne siano stati trovati così pochi dimostra quanto sia rara e complessa la rilevazione di questi corpi celesti. La loro orbita, pur simile a quella terrestre, è tale da renderli difficili da individuare e monitorare, il che spiega il numero ancora molto limitato di quasi-satelliti noti.
Mini-lune e satelliti: la differenza
Alcuni asteroidi che possiedono un’orbita molto simile a quella della Terra possono essere attratti temporaneamente dal nostro campo gravitazionale, finendo per ruotare attorno al pianeta per un periodo che può andare da poche settimane a diversi mesi. Questi oggetti sono conosciuti come "mini-lune", proprio perché si comportano in modo simile a piccoli satelliti naturali.
I quasi-satelliti, invece, seguono un’orbita attorno al Sole, ma con tempi e traiettorie molto simili a quelli della Terra. Questo fa sì che sembrino accompagnare il nostro pianeta nel suo percorso orbitale, pur non essendo realmente legati a esso dalla gravità.