Salute e crisi ambientale: il nuovo rapporto Lancet 2025 su clima, inquinamento e incendi

Che rapporto c'è tra la salute e la crisi ambientale? Molto stretto almeno secondo il Lancet Countdown on Health and Climate Change 2025, pubblicato su The Lancet. Nel rapporto viene evidenziato come il clima, o meglio il cambiamento climatico, l'inquinamento e gli incendi abbiano un forte impatto sulla salute dell'uomo tanto che, come evidenziato, ben tredici dei venti indicatori che monitorano i rischi per la salute dal cambiamento climatico hanno raggiunto livelli senza precedenti. La crisi climatica colpisce già oggi la salute umana, in particolar modo in quelli che sono i Paesi più poveri e vulnerabili. Ecco i dati
Salute e crisi ambientale: la ricerca scientifica pubblicata sul The Lancet
Considerando i dati sulla salute e quelli sulla crisi ambientale, secondo lo studio Lancet Countdown on Health and Climate Change 2025 coordinato da University College London in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità e finanziato da Wellcome Trust, emergono diversi fattori di rischio. Nella ricerca emerge, infatti, come una stima di ben 2,5 milioni di morti annue siano dovute all’inquinamento da combustibili fossili, mentre 546.000 decessi legati al calore tra il 2012 e il 2021. In merito a quest'ultimo dato si è calcolato un incremento del 23% della mortalità da caldo rispetto agli anni ‘90. Gli incendi, invece, hanno causato 154.000 morti mentre la perdita di produttività dovuta al calore ha raggiunto 639 miliardi di ore lavorative, pari a 1,09 trilioni di dollari.
Cosa dicono i dati relativi all'Italia? Nel nostro Paese, secondo il rapporto pubblicato su The Lancet, ogni abitante è stato esposto in media a ondate di caldo per 46 giorni nel solo 2024. Di questi almeno 33 sono attribuibili ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Si è inoltre calcolato che dal 2012 al 2021 si sono registrati circa 7.400 decessi l’anno legati all’aumento delle temperature. Prendendo poi in considerazione anche l’inquinamento atmosferico l’impatto è ancora maggiore. Nel lasso di tempo intercorso tra il 2019 e il 2023 quasi il 99% della popolazione italiana è stato esposto a livelli di PM10 superiori ai limiti Oms.
Le buone notizie
Il rapporto non mette in risalto solo dati preoccupanti, ma anche dati che costituiscono, per l'umanità. buona notizie. Sono emersi, infatti, importanti progressi locali in quanto è stato stimato che le emissioni del settore sanitario sono diminuite del 16% tra il 2021 e il 2022, ma anche che oltre 800 città abbiano completato valutazioni del rischio climatico. Ciliegina sulla torta? Secondo gli studiosi l’istruzione sui legami tra clima e salute è stata integrata nei corsi di due terzi degli studenti di medicina.






