Riscaldamento stratosferico anticipato: segnali di un inverno 2025-2026 gelido e ricco di neve

Un episodio precoce di forte riscaldamento stratosferico sta suscitando crescente interesse tra gli studiosi. Le ultime proiezioni del modello GFS 12z indicano infatti una nuova e pronunciata fase di warming nella fascia media e alta della stratosfera.
Le anomalie termiche appaiono particolarmente evidenti intorno ai 10 hPa, dove il riscaldamento risulta più intenso. Anche ai livelli di 30 e 50 hPa si osserva un incremento delle temperature, meno marcato ma comunque rilevante. L’evento si distingue per la sua tempistica eccezionalmente anticipata.
Meteo, riscaldamento stratosferico anticipato: quali sono gli effetti sull'inverno?
Il nuovo impulso di riscaldamento stratosferico sta investendo un vortice polare già compromesso nelle ultime settimane, rendendolo ancora più vulnerabile. Le forti anomalie di geopotenziale positivo a 10 hPa stanno infatti determinando uno slittamento del nucleo principale verso aree lontane dal Polo, con una conseguente perdita di compattezza.
Parallelamente, i venti zonali, che in condizioni normali raggiungono velocità elevate a tali quote, stanno rallentando in modo evidente, avvicinandosi a valori prossimi alla calma assoluta. Una simile tendenza potrebbe evolvere in una vera inversione dei venti, segnale distintivo di un Major Sudden Stratospheric Warming.
Le anomalie termiche, intanto, stanno penetrando progressivamente anche nella fascia intermedia della stratosfera, tra 30 e 50 hPa, indicando una chiara risalita delle onde planetarie verso l’alto. Questo meccanismo è fondamentale perché aumenta la possibilità che il disturbo stratosferico si trasferisca alla troposfera, modificando la circolazione atmosferica nei bassi strati.
Quando tale collegamento si consolida, nel giro di due o tre settimane possono manifestarsi cambiamenti marcati su gran parte dell’emisfero nord: maggiore predisposizione a blocchi anticiclonici in area polare, ondulazioni più pronunciate del getto e possibili irruzioni fredde verso Europa, Asia e Nord America. Un ruolo determinante sarà giocato dall’eventuale divisione del vortice polare in due lobi distinti, scenario che amplificherebbe gli effetti al suolo.
Meteo inverno 2025/2026, cosa suggeriscono le previsioni
Le attuali configurazioni climatiche suggeriscono che l’inverno 2025/2026 potrebbe essere tutt’altro che uniforme. L’interazione tra una La Niña di intensità moderata e la possibilità di un marcato riscaldamento stratosferico improvviso aumenta la probabilità di incursioni fredde e nevose sin dalle prime fasi stagionali, in particolare tra dicembre e inizio gennaio.
Per gli Stati Uniti e il Canada si prospetta un avvio di stagione tra i più rigidi degli ultimi anni, mentre in Europa il mese di dicembre appare quello con il maggior rischio di episodi gelidi e nevicate diffuse, seguiti da ulteriori fasi turbolente nei primi giorni del nuovo anno. La seconda metà di febbraio, invece, potrebbe segnare un ritorno a configurazioni più temperate.






