Rifiuti in montagna, come comportarsi e come fare per smaltirli

I paesaggi montani italiani regalano scenari spettacolari, resi accessibili da una fitta rete di sentieri che li attraversano. Mete come le Dolomiti, le Alpi Apuane, il massiccio del Gran Sasso e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono tra le più apprezzate da chi ama camminare nella natura o praticare il trekking. Tuttavia, se da un lato la montagna rappresenta un’occasione unica per ritrovare il contatto con l’ambiente, dall’altro non è esente da una delle criticità più diffuse della società contemporanea: l’inquinamento da rifiuti. Per continuare a godere della bellezza incontaminata di questi luoghi, è essenziale adottare alcuni comportamenti.
Rifiuti in montagna, come gestirli al meglio? I consigli
Il tema dei rifiuti in montagna non è sempre ben compreso, soprattutto da chi è più abituato alla vita della città. Spesso ci si stupisce dell’assenza di cestini lungo i sentieri, considerandola quasi una giustificazione per lasciare rifiuti in giro. È importante sapere, però, che la gestione dei rifiuti in ambienti montani è particolarmente complessa e costosa. I metodi comunemente impiegati in città, come la raccolta porta a porta, risultano difficilmente applicabili in aree impervie o ad alta quota, dove le condizioni del territorio rendono difficili gli spostamenti e le operazioni logistiche.
Per questo motivo, la mancanza di cestini deve portarci a una semplice e logica conclusione: in montagna ogni persona deve farsi carico dei propri rifiuti, riportandoli a valle. Un modo pratico per farlo è portare con sé sacchetti di plastica riutilizzabili con chiusura ermetica, ideali per contenere i rifiuti senza far uscire odori o liquidi. Gli avanzi di cibo, invece, possono essere conservati in sacchetti biodegradabili per l’umido, che a loro volta si inseriscono nelle buste più grandi. Così facendo, sarà facile gettare tutto correttamente una volta tornati in un’area attrezzata, senza rischiare di sporcare lo zaino o altri oggetti personali.
Le buste richiudibili riutilizzabili rappresentano una valida soluzione per raccogliere i rifiuti durante le camminate in montagna, ma non sono l’unica alternativa. Anche i contenitori riutilizzabili per alimenti e bevande possono svolgere la stessa funzione in modo efficace. L’aspetto fondamentale è evitare l’utilizzo di bottiglie e sacchetti di plastica monouso, che non solo generano più scarti, ma possono anche aumentare il carico da trasportare. Lo stesso principio vale per i piccoli rifiuti come mozziconi di sigaretta, carte di caramelle e simili: raccoglierli in contenitori chiusi o sacchetti ermetici è la scelta più igienica e sostenibile.
CleanAlp: rifiuti, mezzo chilo ogni chilometro di montagna
Si chiama “CleanAlp” il primo studio al mondo dedicato alla misurazione dell’inquinamento da plastica nelle aree montane. La ricerca, realizzata dalla Fondazione European Research Institute, ha messo in luce un dato allarmante: ogni chilometro di sentiero alpino presenta in media circa 500 grammi di rifiuti. Questo dato è stato ricavato da un’attenta analisi condotta lungo 500 chilometri di percorsi montani, monitorati nell’arco di due anni.
Il totale esatto dei chilometri percorsi dai ricercatori è stato 488,08. La gran parte dei rifiuti trovati lungo i sentieri era costituita da materiali in plastica e carta. In cima alla lista dei rifiuti più comuni ci sono gli imballaggi di alimenti e bevande: bottiglie, confezioni di snack, involucri di caramelle, succhi e panini, che hanno totalizzato 2713 unità, pari a una media di 5,55 rifiuti ogni chilometro.
Tra i rifiuti più frequentemente rinvenuti ci sono anche i fazzoletti di carta, che con 1832 unità rappresentano circa 3,75 rifiuti per chilometro, seguiti dai mozziconi di sigaretta, che ammontano a 1307, ovvero circa 2,67 per chilometro. I dati dimostrano quanto l’impatto dell’uomo sia evidente anche nei luoghi più remoti e incontaminati, sottolineando l’urgenza di una maggiore sensibilizzazione e responsabilità ambientale.