Qualità dell'aria nelle città: quali sono le metropoli più inquinate (e in quale posizione è l'Italia)?

Quali sono le città più inquinate d’Italia nel 2025? A dircelo è un report di Legambiente, che mostra la classifica dei principali centri urbani, ma anche un confronto con le altre città europee e le possibili soluzioni per rendere l'aria delle nostre metropoli un po' più respirabile.
Qualità dell'aria, quali le città italiane più inquinate?
Il rapporto di Legambiente analizza i dati sulle città italiane più inquinate in base ai giorni di sforamento dei limiti di PM10 nel corso dell'anno scorso. Da questo report, reso noto solo nei giorni scorsi, è emerso che il titolo di metropoli più inquinata d'Italia va a Frosinone, seguita a breve distanza da altre località del Nord.
Con 70 giorni totali del 2024 in cui sono stati registrati valori Pm10 superiori a quelli consentiti, la città laziale si "guadagna" il podio. La situazione però non si presenta molto diversa a Milano: anche il capoluogo lombardo ha visto le centraline (in particolare quella situata a Via Marche) sforare i limiti per 68 giorni totali.
Va appena un po' meglio a Verona, che con 66 giorni di criticità ambientale "guadagna" la medaglia di bronzo.
Ma quali sono le altre città italiane in cui si respira sempre peggio? Ecco la classifica del report Legambiente:
- Frosinone: 70 giorni di sforamento
- Milano: 68 giorni (con la centralina di via Marche particolarmente critica)
- Verona: 66 giorni (presso la centralina di Borgo Milano)
- Vicenza. 64 giorni (stazione di San Felice)
- Padova: 61 giorni (Arcella)
- Venezia: 61 giorni (via Beccaria), seguita da via Tagliamento con 54 giorni
- Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti, Ravenna: tutte con un numero significativo di sforamenti
L'altra faccia della medaglia: le città italiane più virtuose
Se da un lato il report Legambiente ci consente di avere un quadro della situazione sulle città più inquinate, dall'altro ci permette anche di scoprire quali sono quelle che, grazie a politiche ambientali più efficaci, una corretta gestione del traffico urbano e una minor concentrazione di attività industriali, sono emerse come quelle più virtuose.
Sempre secondo il rapporto le città in cui si respira meglio sono Bolzano, Trento e Cagliari, che per tutto il 2024 hanno mantenuto livelli di inquinamento al di sotto dei limiti consentiti.
La situazione italiana rispetto all'Europa
Dopo aver appreso che molte città italiane hanno ancora molti nodi da sciogliere sulla questione inquinamento, cerchiamo di capire cosa accade negli altri centri urbani europei. Sicuramente il problema della qualità dell'aria è una criticità mondiale, ma le città italiane sembrano accusarla più di molte altre "cugine" europee. In paesi come la Francia e la Germania, le politiche più rigorose adottate sulla mobilità sostenibile e il ricorso alle energie rinnovabili hanno contribuito a ridurre le emissioni inquinanti.
L'Italia sembra invece fare davvero molta fatica a rispettare gli standard imposti dalla normativa europea sulla qualità dell’aria, e ciò appare ancor più preoccupante se pensiamo che nel 2030 entreranno in vigore limiti ancora più restrittivi.
Qualora la situazione attuale delle nostre città non dovesse cambiare a breve termine, secondo Legambiente, ci troveremmo con un'alta percentuale di località con valori maggiori di quelli consentiti. Il 71% delle città si ritroverebbe a fare i conti con una percentuale di Pm10 nell'aria fuori dei valori, mentre per il 45% delle località scatterebbe l'allarme No2.
Le città più a rischio includono:
- per il Pm10: Verona, Cremona, Padova, Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo, che dovrebbero ridurre le emissioni tra il 28% e il 39%
- per l’No2: Napoli, Palermo, Milano e Como, che necessitano di una riduzione tra il 40% e il 50%
Come migliorare la qualità dell'aria? I suggerimenti Legambiente
Il rapporto non si limita a evidenziare la qualità dell'aria (critica) nelle nostre città, ma offre anche una serie di suggerimenti che potrebbero permetterci di rispettare gli standard europei (anche quelli più rigidi previsti per il 2030) e tutelare la salute pubblica.
Una cattiva qualità dell'aria che respiriamo infatti, è responsabile di molte malattie respiratorie e di molte altre patologie. Si calcola che ogni anno in Italia vi siano circa 50.000 morti premature causate dall’esposizione a elevati livelli elevati di inquinanti atmosferici, dati che fanno del nostro Paese uno dei più colpiti in Europa.
Uno dei sistemi per ridurre il livello di polveri sottili nell'aria, secondo gli esperti Legambiente, sarebbe quello di potenziare il trasporto pubblico, progettando piste ciclabili e aree pedonali.
Anche la riduzione del consumo di combustibili fossili potrebbe dare una mano all'ambiente. Incentivare l’uso di caldaie a basse emissioni e promuovere il passaggio alle energie rinnovabili potrebbe essere una delle potenziali chiavi per tornare a respirare meglio nelle nostre città.
Tra le possibili azioni da mettere in atto per raggiungere l'obiettivo vi sarebbe anche il controllo delle emissioni industriali e agricole, con una regolamentazione efficace delle emissioni derivanti dagli allevamenti intensivi e dalle attività industriali.
Altre mosse potrebbero poi prevedere l’integrazione delle politiche ambientali, coordinando gli interventi su clima, energia e qualità dell’aria per un’azione più efficace.