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Ritrovato Pesce Remo, cos'è, qual è la strana leggenda e perché non è presagio di terremoti o sventure

Ritrovato un esemplare di Pesce Remo arenato su una spiaggia in Messico. Ecco cosa racconta un'antica credenza giapponese (falsa).
Ambiente21 Febbraio 2025 - ore 13:54 - Redatto da Meteo.it
Ambiente21 Febbraio 2025 - ore 13:54 - Redatto da Meteo.it

Qualche giorno fa, su una spiaggia del Messico, nella Baja Californiua, non è passata senza destare curiosità la presenza di un esemplare di Pesce Remo. L'esemplare si è arenato sulla sabbia, e sebbene non sarebbe un caso raro, la presenza di questo tipo di pesce desta solitamente molta curiosità tra gli abitanti del posto perchè secondo alcune leggende popolari, non porterebbe buoni presagi.

Pesce Remo: cos'è e qual è la leggenda?

Il Pesce Remo, il cui nome scientifico è Regalecus glesne, è noto anche come re delle aringhe. Si tratta di una rara creatura che vive negli abissi tra i 200 e i 1000 metri di profondità, di origine lampridiformi e che può arrivare a una lunghezza di 3 metri.

Il suo corpo è senza squame e molto lungo, simile ad un nastro e di colore argento. Tra le sue caratteristiche c'è la presenza di una pinna dorsale rossa e una cresta sulla testa. Le sue due pinne pelviche somigliano a dei remi, ecco perchè viene chiamato in questo modo. Nonostante la sua lunghezza è solitamente di 3 metri, in alcun casi sono stati avvistati esemplari superiori a 11 metri, con un peso che raggiunge addirittura i 200 kg. Questa tipologia di pesce si nutre di plancton, crostacei, molluschi e pesci, e non è un pericolo per animali più grandi, e esseri umani. Nuota ondulando la sua lunga pinna dorsale e in pochi casi raggiunge la riva.

La leggenda

Alcune leggende popolari, ovviamente false, assocerebbero il Pesce Remo a un brutti presagi. Una leggenda giapponese, racconta che queste creature si arenino per segnalare catastrofi. Alcuni studiosi ipotizzano invece che il loro risalire dagli abissi possa essere collegato ai cambiamenti climatici.

“Il collegamento alle segnalazioni di attività sismica risale a molti, molti anni fa, ma non esiste alcuna prova scientifica di un collegamento, quindi non credo che le persone debbano preoccuparsi. Questi pesci tendono a risalire in superficie quando le loro condizioni fisiche sono scarse, risalendo grazie alle correnti d'acqua, motivo per cui sono spesso morti quando vengono trovati”. Spiega Hiroyuki Motomura, professore di ittiologia all'Università di Kagoshima, in una intervista rilasciata al New York Post.

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