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Perché i temporali estivi in montagna stanno diventano sempre più frequenti: lo studio

Un team di studiosi delle Università di Padova e Losanna ha elaborato delle proiezioni su come potrebbero evolversi i temporali estivi nel caso in cui le temperature medie continuassero ad aumentare.
Clima23 Giugno 2025 - ore 16:19 - Redatto da Meteo.it
Clima23 Giugno 2025 - ore 16:19 - Redatto da Meteo.it

I temporali sono eventi atmosferici piuttosto comuni in ambiente montano, specialmente durante la stagione estiva e nelle giornate particolarmente calde. Alcune tipologie di questi fenomeni possono svilupparsi in modo molto rapido, anche partendo da un cielo sereno.

In particolare, tra il pomeriggio e le prime ore della sera, quando l’aria raggiunge quella che viene definita “temperatura convettiva”, sulle vette iniziano a formarsi imponenti formazioni nuvolose. Questi addensamenti, se le condizioni lo permettono, possono evolvere in veri e propri temporali. Cosa succederà se le temperature continueranno ad aumentare?

Temporali estivi, perché sono più frequenti in montagna?

Un'indagine condotta da un team di studiosi e studiose dell’Università di Padova e dell’Università di Losanna, ha esaminato i dati raccolti da quasi 300 stazioni meteorologiche distribuite lungo l’arco alpino. Secondo quanto comunicato dall’ateneo padovano, i risultati suggeriscono che un aumento di 2°C nella temperatura media della zona potrebbe determinare un raddoppio nella frequenza dei temporali estivi di forte intensità.

Questi fenomeni, caratterizzati da piogge intense e di breve durata, sono in grado di riversare ingenti volumi d’acqua in pochi minuti o ore, causando molti danni alle infrastrutture e rappresentando un serio pericolo per la popolazione. Un caso emblematico è l’evento estremo che ha interessato le Marche nel settembre 2022, provocando la morte di 13 persone e danni stimati intorno ai 2 miliardi di euro, a causa di oltre 100 millimetri di pioggia caduti in appena un’ora.

Con il continuo aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, la probabilità che simili episodi si verifichino tende a crescere, in particolare nelle aree alpine, dove il riscaldamento sta procedendo a un ritmo superiore rispetto alla media globale. L’aria più calda, infatti, può contenere una maggiore quantità di vapore acqueo, intensificando così i fenomeni temporaleschi. Per questo, è essenziale misurare con precisione l’impatto del riscaldamento globale su questi eventi estremi.

Inoltre, ciò che desta particolare preoccupazione sono le possibili conseguenze di questi scenari: precipitazioni molto abbondanti in un arco di tempo ristretto rendono impossibile al suolo assorbire l’acqua in eccesso. "In queste condizioni possono verificarsi alluvioni lampo e colate di fango, con il rischio di distruzione per opere e costruzioni e, nei casi più gravi, la perdita di vite umane", evidenziano i ricercatori.

Quando i temporali diventano pericolosi: i fenomeni estremi

Non tutti i temporali estivi sono privi di rischi. Quando entra in gioco un’elevata quantità di energia atmosferica, alcuni possono trasformarsi in supercelle temporalesche, fenomeni particolarmente intensi e pericolosi. Tra le conseguenze più gravi si annoverano grandinate con chicchi di grandi dimensioni, piogge torrenziali concentrate su aree ristrette, raffiche di vento violente provenienti dall’alto verso il basso (conosciute come downburst) e anche la comparsa di trombe d’aria o veri e propri tornado.

Negli ultimi anni, anche per effetto del cambiamento climatico, questi eventi stanno diventando più frequenti e intensi. Rappresentano una delle espressioni più evidenti dell’impatto del riscaldamento globale sugli equilibri atmosferici in Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali, dove la vulnerabilità del territorio dal punto di vista idrogeologico rende le perturbazioni più pericolose.

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