Meteo, vortice polare indebolito: inverno 2025 tra i più anomali degli ultimi decenni

Negli ultimi giorni l’attenzione dei climatologi si è concentrata su un episodio estremamente insolito e potenzialmente rilevante: il vortice polare della stratosfera sta subendo una delle perturbazioni più precoci e intense mai osservate.
A circa 30 km sopra l’Artico si sta manifestando un riscaldamento rapido e fuori scala. Le temperature intorno ai 10 hPa stanno crescendo in modo marcato, mentre i venti occidentali che solitamente ruotano attorno al Polo Nord stanno perdendo forza. Le proiezioni indicano addirittura una possibile inversione della circolazione. Quando questo meccanismo si indebolisce drasticamente o cambia direzione, ci si trova di fronte a un “riscaldamento improvviso stratosferico”.
Meteo, ecco perché l'inverno 2025 è uno dei più anomali degli ultimi decenni
La peculiarità di questo anno non sta soltanto nella forza dell’evento, ma soprattutto nel suo arrivo sorprendentemente anticipato. Pur essendo ancora novembre, stiamo osservando dinamiche che di norma compaiono nel pieno dell’inverno, tra gennaio e febbraio, rendendo l’intero quadro stagionale più incerto e difficile da interpretare.
Per l’Europa, le simulazioni propongono uno scenario diviso in due momenti distinti. Tra fine novembre e l’inizio di dicembre è atteso il dominio di correnti atlantiche instabili, con valori termici in linea o leggermente sotto la media su diverse nazioni. Gli indici AO e NAO, vicini alla neutralità, confermano un’atmosfera oscillante e non facilmente prevedibile.
Avvicinandosi alla metà di dicembre, però, i modelli concordano su un cambiamento marcato: il campo barico tenderà a riorganizzarsi favorendo l’estensione di zone anticicloniche sul continente europeo.
Ciò porterebbe un clima più tranquillo e un progressivo rialzo delle temperature, soprattutto dal Regno Unito verso l’Europa centrale e orientale. Resta il dubbio se si tratterà di una parentesi temporanea o dell’inizio di una configurazione più stabile, dipendendo tutto dall’impatto della perturbazione stratosferica sulla circolazione troposferica.
Oltreoceano lo scenario risulta più netto e potenzialmente incisivo: le proiezioni indicano lo sviluppo di una vasta saccatura sul settore centrale e orientale del Nord America, alimentata dall’arrivo ripetuto di masse d’aria artica.
Il processo è già in corso, con un accumulo di aria gelida tra Alaska e Canada nord-occidentale pronto a muoversi verso sud nelle prime settimane di dicembre. Le anomalie termiche negative colpiranno dapprima il Canada e gli Stati Uniti settentrionali, per poi estendersi anche al Midwest e al Sud-Est.
Inverno 2025, cosa aspettarci
Secondo le proiezioni attuali, la prima parte della stagione, indicativamente dicembre e gennaio, potrebbe essere caratterizzata da temperature piuttosto rigide e condizioni dinamiche sull’emisfero settentrionale, con frequenti incursioni di aria artica e la formazione di blocchi atmosferici.
Con il passare dei mesi, la progressiva ricostituzione del vortice polare stratosferico, prevista tra fine inverno e inizio primavera, dovrebbe favorire una transizione verso un clima più mite e una circolazione atmosferica più regolare e zonale.
Tuttavia, nessun modello è in grado di definire con precisione le condizioni locali: l’atmosfera rimane un sistema complesso e caotico, dove piccole variazioni possono alterare l’intero scenario. Ciò che appare certo è che gli inverni futuri risentiranno sempre più degli effetti del cambiamento climatico in corso, e sempre meno di fenomeni teleconnettivi lontani come La Niña. L’imprevedibilità rimane alta, ma il trend globale indica una stagione invernale sempre più influenzata da riscaldamento e anomalie climatiche persistenti.






