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Marzo 2024: i record delle temperature dei mari sorprendono anche gli scienziati

L’accelerazione del riscaldamento globale degli ultimi mesi non coinvolge solo la terra, ma anche, e soprattutto, gli oceani. Gli ultimi dati di marzo 2024 sorprendono pure gli scienziati, che ora sono al lavoro in tutto il mondo per trovare nuove spiegazioni
Ambiente12 Aprile 2024 - ore 12:10 - Redatto da Meteo.it
Ambiente12 Aprile 2024 - ore 12:10 - Redatto da Meteo.it

Il riscaldamento globale sembra accelerare e preoccupa: le temperature della Terra hanno raggiunto negli ultimi dieci mesi livelli mai visti. I mari forse preoccupano ancora di più e si sta cercando una spiegazione al fenomeno.

Gli oceani hanno registrato record storici di caldo ogni giorno nell’ultimo anno. E, se continueranno così, il 2024 batterà ogni precedente primato, pure con un ampio margine. Nell’ultimo mese intanto la temperatura media della superficie del mare ha segnato il nuovo picco di 21,07 gradi Celsius secondo l’agenzia meteo europea Copernicus.

Temperature più alte del previsto

“Non c’è nessuna ambiguità nei dati,” commenta, come riporta The New York Times, il climatologo e direttore del Nasa Goddard Institute for Space Studies, Gavin Schmidt. “Ora, si tratta solo di spiegarli”. Questi “record impressionanti” sorprendono infatti anche gli scienziati, pure seguendo le previsioni del cambiamento climatico in atto. “Sono molto più alti di quanto ci aspettavamo, vediamo cosa succede questa estate”.

Bisogna capirlo nello specifico, innanzi tutto, per creare nuovi modelli climatici e previsionali che ci permettano di sapere anche cosa ci riserva l’immediato futuro. Per esempio, si teme già una stagione di uragani particolarmente intensa.

Scienziati di tutto il mondo al lavoro

Una delle principali cause lungo termine sono ovviamente i gas emessi nell’atmosfera con l’uso di combustili fossili che creano l’effetto serra e riscaldano aria e mare. In questo periodo, ci sono in più gli effetti globali del Niño nel Pacifico, che ora si stanno concludendo.

Sembrano aggiungersi almeno altri due fattori, sempre specifici per i mari, legati a un trattato sulle emissioni delle navi e alla gigantesca eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga, nel 2022 nell’arcipelago di Tonga, i cui effetti sarebbero stati sottostimati.

Ma, insistono gli scienziati, servono ulteriori studi. Non si arriverebbero a spiegare in genere livelli così alti per gli ultimi periodi. “C’è ancora qualcosa che manca nelle spiegazioni” conclude Schmidt. I ricercatori di tutto il mondo sono al lavoro e i risultati sono attesi nei prossimi mesi.

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