Granchio blu, resta l'emergenza: nuovi provvedimenti

Il granchio blu (Callinectes sapidus), originario delle coste atlantiche americane, sta causando gravi problemi nelle acque italiane. La sua presenza invasiva ha provocato danni significativi agli ecosistemi marini e all'industria della pesca.
Danni causati dal granchio blu
Secondo Coldiretti, i danni alle imprese ittiche italiane hanno superato i 100 milioni di euro, con la produzione di vongole gravemente colpita. Questo crostaceo predatore è in grado di frantumare i gusci delle vongole dopo averle estratte dalla sabbia dei fondali, devastando anche gli allevamenti di cozze, inclusa la pregiata Scardovari DOP.
Piano di intervento per contrastare la diffusione
Per affrontare questa emergenza, il governo italiano ha stanziato circa 10 milioni di euro nel decreto Agricoltura per finanziare un piano biennale (2025-2026) volto a contenere e contrastare la proliferazione del granchio blu. Le misure previste includono:
- Difesa della biodiversità degli habitat colpiti.
- Prelievo della specie, incentivando la progettazione e la realizzazione di nuovi attrezzi per la cattura, con l'obiettivo di rimuovere circa 2.600 tonnellate nei due anni nell'alto Adriatico (Veneto ed Emilia-Romagna).
- Smaltimento delle biomasse catturate non destinate al consumo umano.
- Installazione di strutture idonee a contenere l'invasione.
- Investimenti per impedire l'aggravamento dei danni al settore ittico.
- Sostegno alla ripresa delle attività economiche delle imprese di pesca e acquacoltura.
Promozione del consumo del granchio blu
Una delle strategie per contenere la diffusione del granchio blu è promuoverne il consumo. Coldiretti ha avviato iniziative per creare una filiera che coinvolga pesca, grande distribuzione, ristoranti e agriturismi, trasformando una minaccia in una risorsa economica. Secondo un'indagine Coldiretti/Ixè, il 54% degli italiani è favorevole a inserire il granchio blu nella propria dieta, con l'8% che lo ha già assaggiato e il 46% disposto a provarlo.