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Cos'è la liquefazione del suolo indotta dal terremoto in Myanmar

Il terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar il 28 marzo 2025 non ha provocato solo danni visibili agli edifici, ma anche gravi alterazioni del terreno. Tra i fenomeni osservati c’è la liquefazione del suolo, un processo che può trasformare il terreno solido in una massa instabile.
Eventi estremi29 Marzo 2025 - ore 09:58 - Redatto da Meteo.it
Eventi estremi29 Marzo 2025 - ore 09:58 - Redatto da Meteo.it

Il violento terremoto di magnitudo di 7.7 che ha colpito il Myanmar il 28 marzo 2025 ha portato con sé non solo distruzione visibile, ma anche fenomeni geologici complessi e meno noti. Tra questi, uno dei più preoccupanti è sicuramente la liquefazione del suolo, che può amplificare i danni causati da un sisma e mettere ulteriormente a rischio vite umane e infrastrutture.

Quando il terreno si comporta come un liquido

La liquefazione del suolo si verifica quando, a seguito di un forte terremoto, i terreni sabbiosi o poco compatti, saturi d’acqua, perdono temporaneamente la loro consistenza solida. In pratica, ciò che normalmente sembra essere terra compatta si trasforma in una massa instabile, simile a un liquido denso. Questo accade perché le vibrazioni sismiche aumentano la pressione dell'acqua presente tra i granuli del terreno, annullando il contatto fra le particelle solide. Di conseguenza, il suolo non è più in grado di sostenere carichi, come quelli degli edifici o delle strade, che possono quindi sprofondare o inclinarsi improvvisamente.

Nel caso del Myanmar, secondo quanto spiegato da esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la presenza di terreni alluvionali e falde acquifere poco profonde ha favorito l’insorgere di fenomeni di liquefazione. Le immagini e i video provenienti dalle zone colpite mostrano aree in cui il terreno si è sollevato o ha fatto fuoriuscire acqua e sabbia, provocando ingenti danni anche a strutture apparentemente intatte dopo la scossa.

Perché è un fenomeno così pericoloso

Ciò che rende la liquefazione del suolo così insidiosa è la sua imprevedibilità e la rapidità con cui può trasformare un'area urbana stabile in un luogo estremamente pericoloso. Gli edifici possono inclinarsi o collassare nel giro di pochi secondi, senza che vi siano crepe evidenti nella struttura. Le strade si deformano, le condutture sotterranee si rompono, e l’intera viabilità può venire compromessa. A differenza di una frana, che coinvolge masse di terra visibili, la liquefazione è spesso nascosta sotto la superficie, fino al momento in cui si manifesta in modo devastante.

Nel sisma del Myanmar, la presenza di questa dinamica geologica ha amplificato gli effetti distruttivi del terremoto, contribuendo al crollo di edifici e al danneggiamento delle infrastrutture. In molti casi, i danni maggiori non sono stati causati direttamente dalla scossa, ma dalla perdita di consistenza del terreno sottostante. Per le autorità locali e internazionali impegnate nei soccorsi e nella ricostruzione, tenere conto della liquefazione è fondamentale, sia per valutare la sicurezza degli edifici ancora in piedi, sia per pianificare futuri interventi urbanistici.

La liquefazione del suolo rappresenta quindi una delle sfide più complesse in ambito sismico, perché richiede non solo interventi ingegneristici avanzati, ma anche una profonda conoscenza geologica del territorio. Eventi come quello avvenuto in Myanmar dimostrano quanto sia importante investire nella prevenzione e nella ricerca scientifica per ridurre l’impatto di fenomeni naturali estremi e imprevedibili.

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