La cometa dorata illumina i cieli di novembre: ecco come e quando vederla dall’Italia

Una cometa dal colore decisamente insolito sta per fare la sua comparsa nei cieli italiani. C/2025 K1 (ATLAS) non presenta le caratteristiche sfumature verdi o blu, ma una coda dorata.
La cometa dalla coda dorata da spettacolo nel cielo di novembre
Nel cielo notturno di novembre c'è un corpo celeste che sta catturando l'attenzione di astronomi e appassionati di tutto il mondo: la cometa C/2025 K1 (ATLAS) è un oggetto decisamente insolito, che si distingue per una luce dorata, ben diversa da quella verde o blu che solitamente accompagna questi corpi celesti.
Gli esperti spiegano ce questa colorazione anomala è dovuta dalla scarsità di composti a base di carbonio, responsabili dei più comuni colori delle comete. Questa peculiarità rende C/2025 K1 (ATLAS) un esemplare unico e uno spettacolo di straordinaria bellezza per chi riesce a osservarla.
Origini e scoperta della cometa dalla coda d'oro
La cometa è stata scoperta lo scorso 24 maggio, nel corso del programma ATLAS (Asteroid Terrestrial-Impact Last Alert System) e proviene dalle regioni più remote e fredde del Sistema Solare, probabilmente dalla nube di Oort. Questa vasta regione ospita miliardi di frammenti ghiacciati, considerati dei veri e propri resti primordiali della formazione del Sistema Solare.
Come osservare la cometa C/2025 K1 (ATLAS) dall'Italia
Attualmente l'astro dalla lunga coda dorata è visibile nel cielo orientale, tra le costellazioni della Vergine e del Leone. Dall'Italia si può osservare tra le 2:30 e le 5:30 del mattino, poco prima dell'alba.
Per poterla osservare sarà però necessario dotarsi di un telescopio o di un buon binocolo: la cometa non è visibile a occhio nudo, a causa della sua magnitudine di circa +10, ben al di là della soglia naturale di visibilità. Nel corso del mese il corpo celeste si sposterà gradualmente nel firmamento, mantenendo una posizione favorevole all'osservazione fino alla fine di novembre.
Sopravvivenza al perielio e avvicinamento alla Terra
La C/2025 K1 ha superato il suo perielio l'8 ottobre scorso, raggiungendo una distanza minima dal Sole di 0,33 unità astronomiche, pari a circa 49 milioni di km. Nonostante i timori degli astronomi, che pensavano potesse disintegrarsi sotto l'intensa radiazione solare, l'astro è riuscito a "sopravvivere" dimostrando una struttura più compatta del previsto.
Attualmente si sta allontanando dal Sole e si avvicina alla Terra, e il passaggio più vicino al nostro Pianeta è previsto per il 24 novembre 2025, quando arriverà a circa 180 milioni di chilometri da noi. Anche in quell'occasione sarà però impossibile vederla a occhio nudo, anche se questo rappresenterà il momento migliore per chi vuole cimentarsi nel fotografarla con strumenti adeguati.
La composizione chimica e il mistero del colore dorato
Il colore della chioma cometaria offre informazioni preziose sulla sua composizione. Solitamente la luce solare interagisce con gas come il carbonio biatomico e il monossido di carbonio ionizzato, generando le classiche sfumature verde/blu. La C/2025 K1 (ATLAS) invece, è quasi priva di questi composti (come evidenziato dai dati del Lowell Observatory). La sua chioma presenta livelli di carbonio molto bassi rispetto ai radicali idrossilici, e questo porta alla predominanza della luce dorata, riflessa dalle particelle di polvere non alterate dai gas colorati.
Fino a questo momento abbiamo avuto l'opportunità di imbatterci solo in altre due comete con queste caratteristiche: Yanaha e 96/P Macholz 1, e questo rende C/2025 K1 un astro di grande interesse per la comprensione dell'evoluzione chimica del Sistema Solare e per lo studio di gas e polveri rimasti inalterati per miliardi di anni nella regione che comprende la Nube di Oort.
Indubbiamente ci sono molte comete che passano inosservate e altre che lasciano dietro di sé una scia indelebile. C/2025 K1 appartiene senza dubbio a queste ultime e per chi avrà la pazienza e gli strumenti per cercarla in cielo rappresenterà un'occasione rara (se non unica) per osservare da vicino una testimone delle origini del Sistema Solare.






