Cometa 3I/ATLAS: i segreti nascosti della viaggiatrice interstellare

3I/ATLAS è il terzo oggetto interstellare mai identificato dall’uomo. Il momento massimo del suo avvicinamento alla Terra è previsto per il 19 dicembre 2025, quando la cometa transiterà a circa 270 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Una distanza considerevole, ma comunque sufficiente a consentire l’osservazione tramite strumenti adeguati.
Cometa 3I/ATLAS, tutto quello che sappiamo
La Cometa 3I/ATLAS è stata scoperta lo scorso 1° luglio dal sistema di sorveglianza ATLAS. Fin da subito il corpo celeste si è distinto per la velocità elevata: oltre 220.000 km/h al momento dell’individuazione, poi aumentata fino a circa 246.000 km/h al raggiungimento del perielio. Si tratta di valori coerenti con la dinamica di un oggetto proveniente dall’esterno del Sistema Solare, attratto temporaneamente dall’azione gravitazionale del Sole.
Le prime analisi circa la dimensione del corpo celeste parlano di un nucleo di dimensioni non inferiori a 440 metri, con una stima massima di circa 5,6 chilometri di diametro. La composizione non sarebbe limitata a ghiacci e materiale roccioso, ma osservazioni preliminari, indicano la possibile presenza di attività criovulcanica, con emissioni di gas e particelle volatili originate dal riscaldamento della superficie.
Cometa 3I/ATLAS "oggetto con una diffusa attività criovulcanica"
Mario Giuseppe Guarcello, Primo Ricercatore INAF presso l’Osservatorio Astronomico di Palermo, proprio parlando del corpo celeste ha spiegato: "Considerando i dati dello studio e la velocità di rotazione di 3I/ATLAS, non è da escludere che possa trattarsi di un oggetto con una diffusa attività criovulcanica. E in questo caso sarebbe il primo oggetto interstellare con attività criovulcanica a noi noto".
Sempre Guarcello ha aggiunto: "Su 3I/ATLAS fin dalla sua ‘nascita’ sussistevano depositi di acqua, ammoniaca, composti di metano o altro che sono rimasti ‘dormienti’ fino all’arrivo nel nostro Sistema Solare. Qui, sebbene abbia fatto un viaggio immenso, la cometa per la prima volta si sarebbe avvicinata così tanto ad una stella, il nostro Sole, da rilasciare questo materiale sotto forma di eruzione su tutta la superficie della cometa stessa. Eruzione gassosa o liquida che una volta fuori si è immediatamente ghiacciata, come appunto negli altri criovulcani come quelli su Tritone o come il monte Wright su Plutone".






