Caldo record anche in Alaska, scatta l'allerta meteo per rischio di inondazioni dai ghiacciai

In Alaska è stata diramata per la prima volta l'allerta meteo per le temperature elevate. A lanciare l’allarme è stato il National Weather Service (NWS) degli Stati Uniti, che ha scelto di estendere anche a questo estremo nord il protocollo già adottato nel resto del Paese per gestire le emergenze legate alle ondate di caldo.
Caldo record in Alaska, scatta l'allerta meteo
Il 15 giugno è stato diffuso il primo bollettino ufficiale riguardante temperature anomale nella città di Fairbanks, dove i termometri hanno toccato gli 85 gradi Fahrenheit (equivalenti a 29,4°C). Un valore che altrove potrebbe sembrare ordinario ma che in Alaska rappresenta una condizione critica, soprattutto per una popolazione poco preparata ad affrontare il caldo.
Le case in Alaska, infatti, sono costruite per trattenere il calore durante i lunghi mesi invernali e non per liberarsene nei periodi caldi. La quasi totale assenza di impianti di climatizzazione, un isolamento termico ottimizzato per il freddo e una scarsa consapevolezza culturale dei rischi legati al caldo fanno sì che le ondate di calore possano rappresentare una seria minaccia, in particolare per gli anziani e per chi ha problemi di salute.
🌡️HEAT ADVISORY & 🔥RED FLAG WARNING (High Fire Danger) are in effect for central portions of Alaska Monday & Tuesday.
— Climate Central (@ClimateCentral) June 16, 2025
Highs up to 90°F (10°-20°+ ABOVE average) & low humidity <20% expected.
🔴Climate change has made this excessive mid-June heat at least 1.5x - 2x MORE likely pic.twitter.com/zXPsHkulkR
Oltre all’allerta per il caldo, è stato emesso anche un avviso per possibili inondazioni, dovute al rapido scioglimento di neve e ghiacci, con la possibilità che fiumi e corsi d’acqua tracimino. L’allerta rimarrà attiva almeno fino a metà settimana in diverse aree dello stato, in particolare nella regione del North Slope, dove si teme che strade, piste di atterraggio e infrastrutture costruite a bassa quota possano essere colpite dalle esondazioni.
Già nel 2019 l’Alaska aveva vissuto un’estate anomala, con temperature record ad Anchorage e Fairbanks. Nel corso del 2024, per ben due volte, si sono registrati picchi oltre i 90°F (più di 32°C).
Il cambiamento climatico colpisce i ghiacciai in Alaska
Dal 2010 in poi, la velocità con cui si stanno sciogliendo i ghiacciai della vasta calotta glaciale di Juneau, che si estende tra l’Alaska e la Columbia Britannica in Canada, ha subito un’accelerazione significativa, superando le stime precedenti. Gli studiosi hanno individuato tre fasi distinte che segnano l’evoluzione del volume del ghiaccio nel tempo.
Nel primo periodo, compreso tra il 1770 e il 1979, la perdita di ghiaccio è stata relativamente costante, con una media annua compresa tra 0,65 e 1,01 chilometri cubici. Tra il 1979 e il 2010, il tasso di fusione è aumentato sensibilmente, arrivando a una media tra 3,08 e 3,72 chilometri cubici all’anno. Nell’ultima fase analizzata, tra il 2010 e il 2020, il ritmo di scioglimento è praticamente raddoppiato, raggiungendo i 5,91 chilometri cubici l’anno.
Nel corso di due secoli e mezzo, la calotta glaciale di Juneau ha perso circa il 25% del suo volume originario. Questa progressiva riduzione è avvenuta parallelamente a una frammentazione sempre più marcata dei ghiacciai. Gli studiosi hanno documentato un aumento preoccupante delle separazioni strutturali, in cui le sezioni inferiori dei ghiacciai si distaccano da quelle superiori. Il bilancio è drammatico: ben 108 ghiacciai sono completamente scomparsi.