Alga tossica in Italia: le coste colpite dalla Liguria alla Sicilia. Rischi per la salute?

Lungo le coste italiane è ricomparsa una presenza potenzialmente dannosa: si tratta dell’alga tossica Ostreopsis ovata. Favorita dalle elevate temperature e dalle condizioni di mare calmo, questa microalga sta registrando un’espansione rilevante in varie zone costiere.
I primi risultati dei monitoraggi estivi effettuati dalle ARPA regionali stanno evidenziando le aree più colpite, con la Liguria tra le regioni maggiormente interessate, dove in alcuni punti è stato necessario attivare misure di allerta. Anche in Toscana, Puglia e Sicilia sono state rilevate concentrazioni significative della fioritura algale.
Alga tossica, quali sono le coste italiane più colpite
Le aree costiere italiane maggiormente colpite dalla proliferazione dell’alga tossica Ostreopsis ovata sono quelle caratterizzate da acque poco profonde, scarsa circolazione marina, fondali ghiaiosi o rocciosi e una consistente presenza di macroalghe.
Secondo le più recenti rilevazioni effettuate dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), le concentrazioni più elevate sono state registrate lungo alcuni tratti della costa ligure. In particolare, nella provincia di Imperia, tra Bordighera e San Lorenzo al Mare, e in quella di Genova, dalla zona orientale del capoluogo fino a Camogli e da Chiavari a Sestri Levante, sono stati superati i 10.000 organismi per litro nella colonna d’acqua, attivando le procedure di allerta già a partire dai primi giorni di luglio.
Anche alcuni tratti della costa della Toscana hanno mostrato segni di criticità, soprattutto nel tratto che interessa il territorio di Massa. Nella zona centrale della città, nelle prime due settimane di luglio, le concentrazioni hanno toccato punte superiori a 18.000 cellule per litro. Diversa la situazione nei pressi della foce del Ricortola, dove gli ultimi campionamenti hanno rilevato valori molto bassi, inferiori alle 40 cellule per litro, facendo rientrare lo stato di allerta.
In Puglia, l’attenzione resta alta: l’Arpa regionale ha rilevato la presenza della microalga nei punti di monitoraggio situati a Bisceglie e Otranto, pur con livelli ancora sotto la soglia critica delle 10.000 cellule per litro. In Sicilia, invece, i controlli hanno evidenziato valori significativi in provincia di Trapani, con 13.000 cellule per litro nella zona di Erice, e picchi ancora più alti a Palermo, nella località di Vergine Maria, dove sono state registrate concentrazioni pari a 27.000 cellule per litro.
I rischi per la salute
I rischi per la salute legati alla presenza dell’alga Ostreopsis ovata derivano dalla diffusione nell’ambiente di una tossina che può provocare effetti negativi attraverso il contatto diretto, l’inalazione di aerosol marino contaminato o l’ingestione involontaria di acqua di mare durante il nuoto.
Anche il consumo di pesci, molluschi o crostacei contaminati può rappresentare una possibile via di esposizione. Le manifestazioni dell’intossicazione variano in funzione della quantità di tossina assorbita e dalla reattività individuale, risultando più accentuate nei soggetti particolarmente sensibili. In alcune situazioni, il pericolo per la salute è ritenuto contenuto.
Tra i disturbi più comuni associati all’inalazione o al contatto con la tossina figurano irritazione alla gola, tosse secca, mal di testa, congestione nasale, arrossamento oculare, reazioni cutanee, stanchezza, senso di nausea, malessere diffuso e febbre.
Quando invece l’esposizione avviene per via alimentare, i sintomi possono includere dolori muscolari, diarrea, vomito e difficoltà respiratorie. In genere, queste reazioni sono di breve durata e tendono a risolversi spontaneamente.