Vele luminose verso le stelle, il sogno di Stephen Hawking verso Alpha Centauri potrebbe realizzarsi

Il sogno dell’astrofisico Stephen Hawking di progettare vele a propulsione luminosa per andare verso le stelle, in modo particolare Alpha Centauri, la stella più vicina al nostro Sole, potrebbe diventare reale grazie a una collaborazione tra la Brown University e la TU Delft, che ha portato alla realizzazione di vele luminose in grado di effettuare missioni come Starshot, che hanno l’obiettivo di raggiungere le stelle vicine.
Sarà possibile viaggiare con delle "Vele luminose" verso le stelle?
Si tratterebbe di un prototipo di "Vele luminose" più veloci da realizzare e molto più economiche. Come riportato sulla rivista Nature Communications, per realizzarle, i ricercatori hanno utilizzato materiali sottilissimi e molto riflettenti. Grazie poi all'ausilio dell’Intelligenza artificiale è stato ottimizzato il design su scala nanometrica.
I nuovi prototipi infatti sono stati realizzati con membrane molto più sottili e di gran lunga più riflettenti. Il prototipo realizzato misura 60 millimetri di larghezza ed ha uno spessore di 200 nanometri, moltissime volte più sottile del capello di un essere umano. La superficie del prototipo di "Vela luminosa" è ricoperta da miliardi di piccoli fori, grazie ai quali è stato ridotto il peso e aumentata la riflettività. Inoltre, stando a quanto riportato nella ricerca, l’obiettivo dei ricercatori è quello di alimentare le vele luminose utilizzando dei laser terrestri.
La tecnica della vela a propulsione luminosa
La vela a propulsione luminosa è caratterizzata da un foglio sottile riflettente che utilizza la pressione della luce per spingersi. Questo sistema potrebbe ridurre in maniera netta il tempo che solitamente si impiegherebbe per raggiungere le stelle vicine. Prototipi, come Lightsail 2, hanno già ottenuto i primi successi viaggiando intorno al nostro Pianeta.
La speranza degli studiosi che hanno lavorato alla progettazione delle membrane per il nuovo prototipo di vela luminosa, non solo quella che le aiutino a raggiungere le stelle, ma che spingano anche i limiti dell’ingegneria in scala nanometrica, in modo da utilizzarle anche per altri tipi di scopi.