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Temperature degli oceani, nel 2023 è salita la "febbre" dei mari

Sale la "febbre" dei mari. Stando a quanto riportato da un recente studio internazionale il 2023 ha visto mari e oceani sempre più bollenti
Clima13 Gennaio 2024 - ore 10:16 - Redatto da Redazione Meteo.it
Clima13 Gennaio 2024 - ore 10:16 - Redatto da Redazione Meteo.it

L'anno appena finito sarà probabilmente ricordato anche per una serie di drammatici record sul fronte climatico. Da quando sono iniziati i rilevamenti - nel 1850 - le temperature non sono mai state così elevate e il processo di riscaldamento globale interessa anche mari e oceani, come dimostrato da un recente studio.

Oceani e mari sempre più bollenti, lo studio

Il riscaldamento globale avanza a ritmi sempre più veloci e insostenibili, e il nostro Pianeta sta per superare la soglia cruciale di 1,5 gradi tanto temuta dagli scienziati. Neppure mari e oceani sfuggono a questo inesorabile processo, come conferma New Record Ocean temperatures and related climate Indicators in 2023, lo studio recentemente pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Science.

A condurre lo studio è stato un team internazionale, a cui hanno preso parte anche l’INGV - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - e l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA).

I dati che sono emersi destano grande preoccupazione: le acque oceaniche - che ricoprono il 70% del pianeta e assorbono circa il 90% del calore causato dal riscaldamento globale - hanno fatto registrare nel 2023 un notevole aumento delle temperature rispetto a quelle registrate l'anno precedente nello strato compreso tra 0 e 2.000 metri di profondità. Nel dettaglio si tratterebbe di ben 15 ZettaJoule secondo i calcoli IAP-CAS e di 8 ZettaJoule stando invece al calcolo NOAA.

Per comprendere la criticità di questi dati basta considerare che un solo Zettajoule corrisponde al doppio della quantità d'energia necessaria ogni anno per alimentare l’economia mondiale.

@ADVANCES IN ATMOSPHERIC SCIENCES

Temperature oceaniche anomale per l'influenza di El Niño

La ricerca ha evidenziato diverse anomalie nelle temperature oceaniche - anche a livello superficiale - legate all'arrivo di El Niño. Come sottolineato dagli scienziati dell'Ingv e dell'Enea:

Le acque complessivamente più calde prodotte dalla combinazione di questi fattori possono modificare l’andamento meteorologico a livello mondiale. In particolare, la variazione di precipitazioni atmosferiche e l’evaporazione delle acque superficiali alterano la salinità dell’oceano, per cui le aree salate continuano a divenire sempre più salate e le aree con acqua più dolce continuano a diminuire la loro salinità, con conseguenze dirette sulla vita marina, sulle correnti oceaniche e sulle interazioni con l’atmosfera.

Il fenomeno delle "acque stratificate" - che risulta addirittura incrementato rispetto al 2022 - causa enormi danni all'ecosistema oceanico. Le acque calde. rimanendo in superficie, non trasportare calore, anidride carbonica e ossigeno negli strati più profondi.

A causa delle acque più calde, calore e umidità in eccesso entrano nell’atmosfera come conseguenza dell’evaporazione delle acque superficiali, favorendo la formazione di tempeste più violente, con piogge e venti più forti e, di conseguenza, esponendoci a rischi di inondazioni maggiori.  

Mar Mediterraneo sorvegliato speciale

Il mare Nostrum si è confermato anche nel 2023 il bacino che tende a riscaldarsi più velocemente e - da quando lo scorso anno sono stati avviati i monitoraggi - le sue acque hanno raggiunto i valori più elevati. Come riportato da Simona Simoncelli, co-autrice dello studio e ricercatrice INGV

Ingv ed Enea - nell'ambito del progetto MACMAP - hanno raccolto su base stagionale i dati della temperatura delle acque del Mediterraneo, in particolare dei Mari Ligure e Tirreno lungo la tratta Genova-Palermo, grazie alla collaborazione con la compagnia di navigazione Grandi Navi Veloci. L’analisi di questi dati di temperatura, nonché di quelli raccolti a 400 metri di profondità dalla boa del CNR-ISMAR nel Canale di Sicilia, indica a partire dal 2013 un chiaro riscaldamento nello strato delle acque comprese tra i 150 e i 450 metri di profondità, estesosi poi alle acque più profonde (fino a 700 metri) e più settentrionali

Tra il 2013 e il 2016 il riscaldamento è stato superiore a 0.4 gradi. Nel periodo 2016/2021 vi è stata una leggera diminuzione, seguita da un periodo stazionario, dopodiché la temperatura delle acque ha ripreso ad aumentare, raggiungendo il suo record a settembre 2023.

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