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Spiagge libere a rischio estinzione, boom di stabilimenti e concessioni poco trasparenti

Stabilimenti e concessioni poco trasparenti mettono a rischio le spiagge libere e i diritti dei bagnanti
Ambiente9 Settembre 2023 - ore 21:52 - Redatto da Redazione Meteo.it
Ambiente9 Settembre 2023 - ore 21:52 - Redatto da Redazione Meteo.it

Nei nostri litorali proliferano gli stabilimenti balneari, a discapito delle spiagge libere. Ci sono poi le spiagge libere attrezzate, con regole diverse dagli stabilimenti balneari. Nel settore c'è ancora molta confusione e non tutti i bagnanti conoscono i loro diritti.

Spiagge libere sempre più rare

Con molta probabilità vi sarà già capitato d imbattervi in lunghi tratti di litorale in cui è impossibile piazzare un ombrellone o stendere un telo per potersi godere un po' di sole. Basta guardare il litorale laziale che va da Scauri a Sperlonga, in provincia di Latina, per rendersi conto del proliferare di stabilimenti balneari o presunti tali. Proprio così, perché non tutti quelli che - a una prima occhiata - possono apparire come lidi, lo sono davvero.

Spesso ci troviamo davanti a spiagge libere attrezzate, i cui gestori si comportano come proprietari e installano cartelli nei quali spicca il divieto per i bagnanti di installare la propria attrezzatura.

A denunciare questa situazione è stato il Comitato delle spiagge della Riviera di Ulisse. L'associazione - istituita nel 2010 - ha come obiettivo quello di contrastare la privatizzazione imperante su tutto il territorio che va da Scauri fino a Sperlonga. La fondatrice Manuela Salvi ha dichiarato

Si gioca sull’equivoco, ci si camuffa da stabilimento balneare in modo che il turista che non è del posto non riesca a distinguere una spiaggia libera da quella in concessione. Non esistono più spiagge libere di fatto perché chi possiede una concessione di noleggio su una spiaggia libera posiziona le attrezzatura in modo che nessuno possa scendere senza noleggiarla.

Stabilimento balneare o spiaggia libera attrezzata?

La legge dice che dovrebbe esserci - in ogni Comune - una percentuale minima di aree balneabili libere e libere attrezzate pari al 40% del fronte totale delle aree balneabili, di cui almeno la metà libere. Ma dov'è che si può accedere anche senza dover noleggiare un ombrellone, le sdraio e i lettini, e dove invece siamo obbligati ad affittarli per poterci godere un po' di sole e di mare?

Per spiaggia libera attrezzata si intende l'area demaniale marittima noleggiata a un ente pubblico o un soggetto privato, che eroga servizi legati alla balneazione direttamente o tramite affidamento a terzi. Queste aree sono ad accesso libero e gratuito. Il gestore ha l'obbligo di consentire il libero utilizzo del 50% dell'area, docce, bagni e salvataggio. Chi accede può decidere se stendere il proprio asciugamano nella parte libera senza pagare nulla o affittare ombrellone e lettino.

Lo stabilimento balneare è invece una struttura turistica ceduta a un soggetto che ha acquistato la concessione. Situata nei pressi di una spiaggia, è dotata di locali e attrezzature che offrono servizi e accoglienza ai bagnanti per la balneazione dietro il pagamento di un compenso. Il gestore non può impedire ai bagnanti di attraversarla per raggiungere il bagnasciuga, ma non è possibile sostare con sdraio proprie e ombrelloni nell'area. L’eventuale diniego di accesso alla battigia costituisce un illecito, poiché - come sancisce l’art. 822 del codice civile - la spiaggia è un bene pubblico, appartenente al Demanio dello Stato, anche se viene data in concessione agli stabilimenti balneari.

Vi è poi l’art. 1 della legge 296/2006 che obbliga i gestori dei lidi a consentire il libero accesso e transito ai bagnanti, per consentire loro di raggiungere la battigia antistante l’area oggetto della concessione, anche al fine di balneazione.

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