Rinnovabili, Italia in ritardo di 8 anni: la classifica delle Regioni che fanno peggio

L'Italia non primeggia sicuramente tra i Paesi che utilizzano le rinnovabili. La conferma è arrivata dall'ultimo report di Legambiente che, dati alla mano, ha sottolineato come il nostro Paese raggiungerà l’obiettivo di 80.001 MW prodotti da fonti rinnovabili non prima dei prossimi 6 anni. In alcune regioni poi si registrano situazioni ancora più preoccupanti per via di alcune scelte mirate a bloccare la creazione di impianti green.
Italia bandiera nera di fonti rinnovabili
Gli ultimi dati condivisi da Legambiente confermano una crescita delle fonti rinnovabili in Italia, ma di gran lunga inferiore rispetto agli altri Paesi considerando anche gli obiettivi richiesti dall'Unione Europea entro il 2030. Nel nuovo report di Legambiente "Scacco matto alle rinnovabili 2025" sono stati ufficializzati i dati relativi alla produzione di fonti rinnovabili nel 2024.
Sono state prodotte 7.477,8 MW di energie rinnovabili in linea con quanto richiesto dal Decreto nazionale, ma non è abbastanza per gli obiettivi stilati da raggiungere nei prossimi 6 anni. Sul finire del 2024 le energie pulite hanno raggiunto 74.303 MW in crescita rispetto ai 66.824,9 MW del 2023. Dati alla mano si tratta di 1,8 milioni di impianti a fonti rinnovabili che negli ultimi 12 mesi hanno coperto il 41,1% del fabbisogno energetico del nostro Paese.
Nonostante i risultati raggiunti nell'ultimo anno, l'Italia è chiamata ad una forte accelerata visto che entro il 2030 è richiesta la realizzazione di 62.284 MW, pari a 10.380 MW l’anno. Un risultato che, considerando i dati forniti da Legambiente, potrebbe essere raggiunto in 14,1 anni contro i 6 richiesti. Tra i motivi che renderebbero impraticabile l'obiettivo ci sono problemi sicuramente di natura tecnologica, ma anche burocratici come sottolineato da Legambiente che parla di "ostracismo del Ministero", ma anche di "inazione delle Regioni".
Quali sono le regioni peggiori in Italia per le rinnovabili?
In Italia sono diverse le regioni che fanno registrare dati davvero pessimi dal punto di vista delle rinnovabili. A guidare le classifica delle peggiori c'è la Valle D'Aosta seguita da Molise, Calabria, Sardegna e Umbria. Dati alla mano i loro ritardi nella produzione delle fonti rinnovabili varia tra i 45 e 20 anni rispetto all'obiettivo fissato nel 2030 con il Decreto Aree Idonee. Solo il Lazio potrebbe centrare l'obiettivo del 2030.
Ecco la classifica con le regioni peggiori nella produzione di rinnovabili (con i tempi previsti per gli obiettivi):
- Valle d’Aosta: 45 anni;
- Molise: 29 anni;
- Calabria: 23 anni;
- Sardegna: 21 anni;
- Umbria: 20 anni;
- Liguria e Toscana: 14 anni;
- Sicilia, Marche e Abruzzo: 13 anni;
- Puglia: 12 anni;
- Basilicata: 10 anni;
- Emilia-Romagna: 7 anni;
- Campania: 5 anni;
- Piemonte, Lombardia e Veneto: 4 anni;
- Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige: 2 anni;
- Lazio: no ritardo.