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Il Mar Mediterraneo inquinato dalla plastica e le 5 città italiane con più rifiuti

Un report del Wwf mostra la sofferenza dei mari per l'inquinamento da plastica. Il Mar Mediterraneo in particolare rischia di soffocare a causa dei detriti: ecco cosa dobbiamo fare, subito.
Ambiente19 Febbraio 2022 - ore 10:01 - Redatto da Redazione Meteo.it
Ambiente19 Febbraio 2022 - ore 10:01 - Redatto da Redazione Meteo.it

L'inquinamento da plastica sta letteralmente soffocando il Mar Mediterraneo. A rivelarlo è una recente ricerca del Wwf, che ha stilato anche una classifica delle 10 città maggiormente responsabili della presenza di microplastiche in mare. Tra queste ben 5 sono italiane.

Inquinamento da plastica negli oceani, il report Wwf

"Inquinamento da plastica negli oceani. Impatti su specie, biodiversità ed ecosistemi marini" è il report che il Wwf ha realizzato per fare una "diagnosi" dello stato di salute dei nostri mari. L'associazione ambientalista ha fatto un'analisi di oltre 2.590 studi sulla presenza di plastiche e microplastiche, con le conseguenze che queste hanno sul Pianeta. L'analisi degli impatti è, secondo la definizione delle Nazioni Unite, una vera e propria crisi planetaria.

Il report Wwf ha dedicato grande attenzione al Mar Mediterraneo e i risultati sono tutt'altro che incoraggianti: il Mare nostrum non gode affatto di buona salute. Inoltre è emerso che tra le città che inquinano di più le sue acque ben cinque sono italiane.

Mediterraneo, un "mare" di plastica

I dati emersi dallo studio Wwf mostrano dati allarmanti per il mare di casa nostra. Nel Mediterraneo sarebbero presenti più di un milione di tonnellate di plastica, con concentrazioni che arrivano addirittura a 10,4 kg/km² (quantità analoga a quella che troviamo nelle isole di plastica presenti nell'Oceano).

Ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229mila tonnellate di plastica, equivalenti al carico di 500 container. Se a guidare la classifica della plastica in mare è l'Egitto, con il 32% del totale, anche l'Italia (15%) e la Turchia (10%) contribuiscono in modo determinante.

Inquinamento plastica Mediterraneo: top ten delle città più inquinanti

Quali sono invece le dieci città maggiormente responsabili dello stato di sofferenza da plastica e microplastica nell'area mediterranea? A guidare questa triste classifica c'è Roma e purtroppo non è la sola città italiana presente nella top ten. A fare compagnia alla Città Eterna (che detiene il primato) ci sono Milano, Torino, Palermo e Genova.

Mare Nostrum o Mare Plasticum?

A rendere il Mare Nostrum un vero e proprio Mare Plasticum contribuirebbero, secondo il Wwf, le attività costiere e una non adeguata gestione dei rifiuti, che nei mesi estivi porta a picchi di inquinamento allarmanti (+30%) dovuti al gran numero di persone che affollano le località balneari. Anche pesca, acquacoltura e navigazione avrebbero però la loro parte di "colpe" nel rilascio in mare di rifiuti plastici che mettono in serio pericolo gli ecosistemi marini e la biodiversità.

Mar Mediterraneo inquinato dalla plastica, quali scenari futuri?

Se non facciamo niente per invertire la rotta entro il 2050 i detriti di plastica presenti nelle acque del Mediterraneo quadruplicheranno. Il Wwf punta il dito sulla "coda lunga" delle microplastiche.

Se anche oggi stesso riuscissimo ad eliminare la dispersione globale di plastica in natura, quella già presente continuerebbe a frantumarsi dando origine a altre microplastiche, la cui concentrazione risulterebbe nel 2050 doppia rispetto a quella attuale (e di 50 volte maggiore nel 2100). Se invece ci basiamo sulle proiezioni future che prevedono produzioni di plastica raddoppiate entro il 2040, possiamo supporre che i detriti di plastica nell'oceano quadruplicheranno entro il 2050.

Come ridurre l'inquinamento da plastica nei mari

Il Wwf non si limita a fare il quadro della situazione attuale e ipotizzare possibili scenari, tenendo conto delle tendenze, ma fornisce anche una "cura" per i nostri mari. Come ridurre l'inquinamento da plastica nei mari? I punti cardine su i quali dovremo agire, secondo l'associazione ambientalista, sono tre:

  • ridurre i consumi
  • promuovere una più efficiente gestione dei rifiuti
  • aumentare raccolta differenziata e riciclo

Sicuramente anche la tempistica riveste un ruolo fondamentale: prima riusciremo ad agire e meglio sarà, perché la salute dei nostri mari si traduce in salute del Pianeta e di chi ci abita. Quello che faremo oggi avrà un impatto notevole anche in un prossimo futuro, e questo non dovremo dimenticarlo mai!

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