Manca la neve sulle Alpi: -63% (e le “scorte” sono un terzo)

Non è un’impressione, ci sono i dati: sulle Alpi c’è molta meno neve di una volta. Secondo le stime di Lab24 del Sole 24 Ore in collaborazione con la Fondazione Cima siamo al -63%, da novembre fino al 10 gennaio, rispetto alla media di questo periodo negli anni tra il 2011-2023. È caduta invece un po’ più di neve sugli Appennini, ma si è sciolta presto come “neve effimera”.
Crollano le “scorte nivali”
Le “scorte nivali” dell’Italia sarebbero un terzo di quelle del periodo 2011-23: 1 miliardo e 700 mila metri cubi di neve contro i 4,6 della media 2011-23 (siamo anche a metà dei 3,2 del gennaio 2024).
“Quest’anno l’assenza di neve sulle Alpi è abbastanza omogenea a tutte le altitudini. In genere le quote alte tengono meglio, mentre le temperature anomale la fondono più a valle. Significa che a mancare sono state soprattutto le precipitazioni”, spiega al Sole 24 Ore Francesco Avanzi, ricercatore di Fondazione Cima.
Conseguenze a valle e per il futuro
In molte regioni “l’inizio di questo inverno si colloca tra i peggiori per neve al suolo dal 2011": "Osserviamo un deficit sistematico sulle Alpi e un andamento che va un po’ meglio sugli Appennini".
Ci sono effetti anche a valle e per i mesi successivi: “Contributi idrici ridotti dai bacini alpini influenzano direttamente la disponibilità d’acqua per uso agricolo, civile e industriale, specialmente nei mesi primaverili ed estivi. I dati storici dimostrano che un inverno povero di neve si traduce spesso in una ridotta portata dei fiumi durante i mesi estivi, aumentando il rischio di siccità”.