Il riscaldamento globale accelera: (almeno) oltre +1,5°. Gli scienziati: “Dati scioccanti”

Nuova correzione, purtroppo al rialzo, per il riscaldamento globale. Tra il 2025 e il 2029 le temperature supereranno di più di 1,5 gradi quelle medie dell’era precedente all’industrializzazione di massa, come già successo nel 2023 e nel 2024, gli anni più caldi mai registrati. Diventerà in pratica quasi normale l’oltrepassamento di quella soglia di +1,5° che era stata indicata come invalicabile per il successivo ventennio degli accordi di Parigi sul clima del 2015.
Clima, possibile superamento di + 2°
I nuovi dati, con un tasso di probabilità al 70%, arrivano dall'Onu, da un report dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che ha pubblicato un rapporto annuale sul clima redatto dal britannico Met Office. Per i prossimi 5 anni c'è l'80% di probabilità che almeno uno superi il record assoluto del 2024. Per la prima volta c’è anche una piccola possibilità che prima del 2030 venga toccato un aumento di due gradi, un’eventualità che gli scienziati definiscono “scioccante”.
“Abbiamo appena vissuto i dieci anni più caldi mai registrati", commenta Ko Barrett, vicesegretario generale dell'Omm. "Purtroppo, questo rapporto non fornisce alcun segno di tregua nei prossimi anni e ciò significa che ci sarà un impatto negativo crescente sulle nostre economie, sulla nostra vita quotidiana, sui nostri ecosistemi e sul nostro pianeta".
Riscaldamento globale, la prima emergenza è l’Artico
I dati, come riporta sempre l’Ansa, indicano che la temperatura media globale annua nel periodo 2025-2029 sarà dagli 1,2 agli 1,9 gradi più alta di quella del periodo 1850-1900. C'è il 70% di probabilità che anche il riscaldamento medio quinquennale superi gli 1,5 gradi, con una percentuale in netto aumento rispetto al 47% del rapporto dello scorso anno e al 32% di quello uscito nel 2023.
A rischio c’è soprattutto l'Artico, dove le temperature stanno crescendo di 3,5 volte rispetto alla media globale e dove si prevedono per i prossimi inverni +2,4 gradi rispetto al periodo 1991-2020. Con il caldo aumenteranno anche le piogge da maggio a settembre nell'Europa del Nord, nella fascia del Sahel in Africa centro-settentrionale, in Alaska e nella Siberia settentrionale, al contrario l'Amazzonia farà i conti con stagioni più secche.