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Giappone, ricominciata la sanguinaria pesca dei delfini: ecco come funziona

A settembre si è aperta in Giappone la pesca dei delfini che durerà fino a marzo 2023. Ecco come funziona e perché viene considerata un atto barbarico dagli animalisti di tutto il mondo
Ambiente6 Settembre 2022 - ore 14:08 - Redatto da Redazione Meteo.it
Ambiente6 Settembre 2022 - ore 14:08 - Redatto da Redazione Meteo.it

In Giappone è ricominciata la sanguinaria caccia ai delfini. Dal 1° settembre fino a marzo del 2023, per circa sei o sette mesi, vi saranno vere e proprie battute di caccia con livelli di violenza inaudita. Come funziona questa pesca? Perché gli animalisti sono sul piede di guerra? Cosa sta succedendo sulle coste del Sol Levante? Ecco tutte ciò che c'è da sapere su questa particolare pesca che mette seriamente a rischio la popolazione dei cetacei.

La caccia ai delfini in Giappone: ecco cosa sta succedendo

Come funziona la caccia ai delfini in Giappone? I pescatori, individuato il branco, lo accerchiano e battono con forza i remi delle loro imbarcazioni sull’acqua per disorientare e spaventare gli animali che ne fanno parte. Successivamente li spingono in un luogo prestabilito e fanno in modo di selezionare i giovani e sterminare il resto del branco.

Perché vengono selezionati i più giovani? Si tratta di merce davvero rara che può arrivare a valere fino a 50 mila euro. La carne di delfino giovane è una "ghiottoneria" e viene pagata a peso d'oro. Il commercio non rimane solo all'interno dei confini del Giappone, ma si espande anche in:

  • Russia
  • Thailandia
  • Messico
  • Vietnam
  • Turchia
  • Egitto
  • Tunisia

Pesca dei cetacei: le proteste delle associazioni animaliste

La pesca dei cetacei o dei delfini fa parte della cultura giapponese, degli usi e tradizioni di un Paese che fonda la sua economia, tra le tante cose, anche su questa usanza che viene definita cruenta e barbarica.

A riprova ne è il fatto che da alcuni anni la baia di Taiji è stata recintata con filo spinato e viene presidiata da guardie che hanno il solo ed unico compito di allontanare chi vuole documentare le atrocità.

Diverse associazioni animaliste sono sul piede di guerra e fanno tutto ciò che possono per cercare di salvare quanti più animali e porre fine a tale usanza. Negli ultimi giorni è stata l’organizzazione no-profit denominata Dolphin Project a cercare di documentare quanto stava già succedendo dopo l'apertura della pesca ai delfini. Sui loro account social si legge: "Nel secondo giorno 9 delfini di Risso sono stati portati via dall’oceano dopo aver subito torture inimmaginabili" o "Ho sentito i loro ultimi respiri sulla spiaggia mentre il loro midollo spinale veniva perforato".

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