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G20 a Roma, accordo sul clima: cosa è stato deciso?

Il G20 a Roma si è riunito per decidere su temi importanti per l'economia globale. Siglati accordi clima, dazi e global minimum tax
Clima1 Novembre 2021 - ore 12:01 - Redatto da Redazione Meteo.it
Clima1 Novembre 2021 - ore 12:01 - Redatto da Redazione Meteo.it

Il G20 a Roma ha riunito le principali economie del mondo per discutere di temi di primaria importanza. Il summit, che ha visto partecipare i Capi di Stato e di Governo dei Paesi più ricchi al mondo, dopo due giorni di confronti e discussioni ha raggiunto degli accordi in materia di clima, dazi e global minimum tax. Si tratta di accordi destinati a cambiare l'economia globale. Scopriamo cosa è stato deciso durante il prestigioso foro internazionale.

G20, cos'é e chi sono i Paesi membri?

Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e l'Unione Europea. Questi sono i Paesi che hanno partecipato alla sedicesima edizione del G20 tenutosi sabato 30 e domenica 31 ottobre 2021 all’Eur di Roma. Un summit che ha visto partecipare i Paesi che rappresentano più del 80% del Pil mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta.

Durante l'incontro sono stati affrontati temi di primaria importanza per il futuro del mondo come ha raccontato il Premier Mario Draghi: "abbiamo affrontato il protezionismo, l’unilateralismo, il nazionalismo". Non solo, Draghi si è soffermato anche sulle conseguenze che la pandemia ha avuto in questi due anni: "ci ha tenuti distanti, e lo ha fatto con tutti i nostri cittadini. Ma non dobbiamo fare errori. Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che affrontiamo oggi. Per molti versi, è l’unica soluzione possibile”.

Per il Primo Ministro Mario Draghi è necessario operare affinchè si possano superare le differenze con l'obiettivo di "riaccendere lo spirito che ci ha portati alla creazione e al rafforzamento di questo consesso". Dopo due anni di pandemia l'orizzonte appare roseo e bisogna guardare al futuro con ottimismo: le campagne vaccinali funzionano e l'impegno da parte dei Governi e delle banche centrali hanno consentito una ripartenza dell'economia globale. Ad oggi sono tanti i Paesi che stanno lavorando su piani di crescita mirati alla riduzione delle diseguaglianze e alla promozione della sostenibilità. "Insieme, stiamo costruendo un nuovo modello economico, e tutto il mondo ne beneficerà" - ha concluso Draghi.

G20 2021, cosa è stato deciso

Il summit G20 tenutosi a Roma tra i Capi di Stato e di Governo dei Paesi più ricchi al mondo ha sancito degli accordi di primaria importanza per l'economia globale. A cominciare dall'accordo sulla cosiddetta Global Minimum Tax. Si tratta di una tassa che andrà a colpire i colossi del web come Amazon e Facebook che hanno visto il loro impero economico crescere a dismisura negli ultimi anni. La Global Minimum Tax avrà una aliquota minima del 15% sugli utili generando così, stando ad alcuni dati stimati da uno studio internazionale, a circa 60 miliardi di dollari di introiti all'anno solo per gli Stati Uniti d'America. A livello mondiale si ipotizza che questa Global Minimum Tax possa riattribuire ai Paesi del mondo intero la cifra record di 125 miliardi di dollari. La Global Minimum Tax sarà attuata entro il 2023.

Un altro importante accordo raggiunto al G20 di Roma è quello sui dazi relativi all'acciaio e all'alluminio. L'Unione Europea e gli Stati Uniti d'America hanno siglato un accordo che rafforza ancora di più le strette relazioni transatlantiche e il superamento del protezionismo. Il Primo Ministro Mario Draghi ha accolto l'accordo con enorme soddisfazione con l'auspicio che gli scambi tra Italia e America possano intensificarsi ancora di più favorendo così entrambe le economie.

Infine raggiunto l'accordo clima, il più spinoso e difficile della sedicesima edizione del foro internazionale. I Paesi e i Governi del G20 sono riusciti a siglare un accordo che prevede: tetto massimo di 1,5 gradi per il surriscaldamento globale, uno stanziamento di fondi del valore di 100 miliardi a favore del sostegno alla transizione ecologica nei Paesi in via di sviluppo e l'obiettivo emissioni zero "entro o intorno alla metà del secolo".

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