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Un flusso di vento solare ha colpito la Terra: aprile al via con una nuova tempesta geomagnetica

Una nuova tempesta geomagnetica di classe G1 ha colpito la terra dando via ad una serie di aurore avvistate in Canada e Nord Europa
Spazio1 Aprile 2023 - ore 22:11 Redatto da Redazione Meteo.it
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Un nuovo buco coronale avvisato nell'atmosfera del Sole. A rivelarlo sono state le osservazioni del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA proprio mentre un flusso di vento solare ha colpito il campo magnetico terrestre provocando una nuova tempesta geomagnetica classe G1.

Tempesta geomagnetica G1: avvistate aurore nel mondo

La tempesta geomagnetica G1, provocata da un flusso di vento solare che colpito il campo magnetico terrestre, ha regalato la visione di splendide aurore. Uno spettacolo della natura avvisato in alcune parti del Canada e del Nord Europa. Tutto ciò è stato possibile grazie al passaggio di venti solari: flussi di particelle cariche che fuoriescono dal Sole puntando la Terra. La Nasa quando parla di venti solari precisa che questi eventi possono toccare velocità di circa 1,6 milioni di km/h. Quando il vento solare entra in contatto con il campo magnetico della Terra, può generare una serie di fenomeni tra cui anche le tempeste geomagnetiche. Ma cosa sono le tempeste geomagnetiche?

La tempesta geomagnetica è un disturbo della magnetosfera terrestre, di carattere temporaneo, causato dall'attività solare e rilevabile dai magnetometri in ogni punto della Terra. Quando sulla superficie solare si verificano fenomeni improvvisi e violenti come i brillamenti, una serie di particelle vengono emesse e si dirigono verso la terra. Nel momento dell'impatto, la magnetosfera terrestre viene messa a dura prova e possono verificarsi disagi di vario tipo come blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Non solo, al fenomeno delle tempeste geomagnetiche sono associate anche splendide aurore boreali.

Un nuovo buco coronale sul Sole: sono pericolosi?

La presenza di un nuovo buco coronale sul Sole è stato individuato grazie alle osservazioni del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA. Si tratta di una macchia scura con un diametro di circa 250.000 chilometri inferiore a quello della precedente avvisata lo scorso 20 marzo. Per gli studiosi la presenza di buchi coronali è meno preoccupante rispetto alle espulsioni di massa coronale o CME che possono generare venti solari altamente energetici in grado di causare tempeste solari potenzialmente catastrofiche. Basti pensare quando, nel 1958, una espulsione di massa coronale ha causato la tempesta geomagnetica di classe G5 denominata "Evento di Carrington", una delle più forti di sempre.

La presenza sulla superficie del Sole di queste aree dove, la corona solare è temporaneamente più scura e più fredda delle aree circostanti e  il plasma possiede qui una densità inferiore, non preoccupa gli esperti. Il dottor Mathew Owens, docente di Fisica spaziale presso l'Università di Reading dalle pagine di Business Insider ha dichiarato: "essendo all'equatore significa che siamo praticamente sicuri di vedere un vento veloce sulla Terra un paio di giorni dopo la rotazione oltre il meridiano centrale. La forma di questo buco coronale non è particolarmente speciale. Tuttavia, la sua posizione lo rende molto interessante".

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