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Oltre metà dell'Antartide rischia di collassare: scenari catastrofici in uno studio

Un recente studio lancia un allarme inquietante: entro il 2300 oltre la metà delle piattaforme di ghiaccio antartiche potrebbe collassare.
Sostenibilità3 Novembre 2025 - ore 11:44 - Redatto da Meteo.it
Sostenibilità3 Novembre 2025 - ore 11:44 - Redatto da Meteo.it

Secondo una recente ricerca, entro l’anno 2300 oltre la metà delle piattaforme di ghiaccio dell’Antartide rischia di sciogliersi con effetti devastanti sull’innalzamento del livello dei mari. Le stime indicano che un tale fenomeno potrebbe sommergere numerose città costiere in tutto il mondo.

Gli studiosi hanno analizzato diversi possibili scenari, variando la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera. I risultati mostrano come la riduzione delle emissioni possa rallentare in modo significativo lo scioglimento dei ghiacci. Tuttavia, in assenza di azioni concrete, le conseguenze potrebbero essere irreversibili.

Antartide, piattaforme di ghiaccio a rischio crollo entro il 2300: lo studio

Un gruppo di ricercatori dell’Università della Sorbona di Parigi ha analizzato come l’aumento delle emissioni di anidride carbonica influenzi la stabilità delle piattaforme di ghiaccio che circondano l’Antartide.

La calotta antartica, che si estende per circa 12,3 milioni di chilometri quadrati, custodisce oltre il 60% delle riserve mondiali di acqua dolce. Essa è formata da quindici grandi piattaforme e da molte altre più piccole, che svolgono un ruolo cruciale nel contenere la perdita di ghiaccio dal continente. Sono una sorta di barriera protettiva naturale attorno all’Antartide, ha spiegato Clara Burgard, autrice principale dello studio pubblicato sulla rivista Nature.

Attraverso sofisticate simulazioni climatiche, gli scienziati hanno esaminato il destino di 64 tra le principali piattaforme di ghiaccio, considerando diversi livelli di emissioni di CO₂. I risultati mostrano che, mantenendo il riscaldamento globale sotto i 2°C rispetto all’epoca preindustriale entro il 2030, solo una piattaforma risulterebbe compromessa.

Tuttavia, con un aumento superiore, i danni crescerebbero in modo esponenziale. In uno scenario estremo, con un incremento di 12°C, quasi il 60% delle piattaforme scomparirebbe del tutto, con effetti catastrofici sul livello dei mari.

Il rischio per l'innalzamento dei mari

Nel caso in cui entro il 2300 dovesse sciogliersi quasi il 60% delle piattaforme di ghiaccio antartiche, come previsto nello scenario più estremo, il livello dei mari aumenterebbe di circa dieci metri. Secondo le proiezioni del Climate Central’s Coastal Risk Screening Tool, un simile innalzamento provocherebbe effetti devastanti su scala planetaria, sommergendo decine di città costiere.

In Europa verrebbero gravemente colpite Lisbona, Siviglia, Calais e ampie aree di Londra. Negli Stati Uniti, milioni di persone sarebbero costrette ad abbandonare città simbolo come Miami, Houston e New Orleans. In Asia, aree densamente popolate come Shanghai e Ho Chi Minh City finirebbero sott’acqua.

Anche l’Italia subirebbe conseguenze pesantissime: ampie porzioni del litorale adriatico tra Veneto e Romagna risulterebbero sommerse. Rischi simili minacciano inoltre le coste di Toscana, Lazio e Campania, parte della Puglia e della Calabria ionica. Gravi inondazioni potrebbero colpire anche la Sardegna, in particolare Cagliari e Oristano, e la Sicilia orientale, con la zona di Catania tra le più vulnerabili.

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