Buco dell’ozono sempre “ben aperto” in Antartide: cuccioli di pinguini e foche a rischio
I più piccoli rischiano come sempre di rimetterci di più e per primi. La colpa questa volta è del buco dell’ozono, che in Antartide si credeva in chiusura ma che è invece ancora "ben aperto" e fa male in particolare ai cuccioli di pinguini e di foche. Lo rivela, come riporta La Repubblica, un nuovo studio della Colorado State University, a cui ha partecipato l'italiana Rachele Ossola, appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology.
Il buco dell’ozono torna ad aprirsi
La ricerca conferma innanzi tutto i risultati scientifici più recenti. L’anno scorso un rapporto Onu aveva dichiarato che il buco era sulla buona strada per chiudersi sopra il Polo Nord (entro il 2045) e il Polo Sud (entro il 2066) grazie ai risultati dell’accordo di Montreal del 1989 contro l'uso di alcune sostanze dannose come i clorofluorocarburi. Poi è arrivato il contrordine, appena confermato dall’ultimo studio: il buco dell'ozono sta tornando ad ampliarsi l'Antartide.
È quello che si è aperto sopra i Poli nello strato di ozono dell’atmosfera che ci protegge dalle radiazioni solari più pericolose. Nell’emisfero Sud, recita la ricerca della Colorado State University, è rimasto ben ampio anche nell’ultima estate dell’Antartide, proprio durante stagione riproduttiva di foche e pinguini. E i raggi ultravioletti del Sole fanno molto male ai cuccioli, più vulnerabili degli adulti.
Radiazioni pericolose sui cuccioli appena nati
"Una maggior quantità di radiazione ultravioletta all'inizio dell'estate potrebbe essere particolarmente dannosa per gli esemplari più giovani, come i cuccioli di pinguino o di foca covati o nati alla fine della primavera".
Alle piante potrebbe andare pure peggio: "La gramigna antartica (Deschampsia antarctica), la pianta cuscino (Colobanthus quitensis) e molte specie di muschio emergono dalla neve proprio alla fine della primavera e quindi sono esposte ai massimi livelli di raggi ultravioletti".