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Tram e metro: Italia maglia nera in Europa per mobilità sostenibile

I dati di un report di Legambiente sono impietosi per la mobilità urbana su ferro, sostenibile e pubblica, se confrontati con Germania, Regno Unito, Spagna o Francia, anche per i treni suburbani dei pendolari. Dagli ambientalisti un no al trasporto sempre su gomma e al Ponte di Messina
Mobilità7 Marzo 2024 - ore 11:19 - Redatto da Redazione Meteo.it
Mobilità7 Marzo 2024 - ore 11:19 - Redatto da Redazione Meteo.it

La mobilità sostenibile in città con i trasporti pubblici urbani è uno dei cardini della lotta contro lo smog e, in genere, le emissioni che provocano il riscaldamento globale. Ma l’Italia in questo sembra davvero troppo indietro. Si piazza infatti all’ultimo posto in Europa. A sostenerlo è il report "Pendolaria - Speciale aree urbane" di Legambiente appena diffuso nell'ambito della campagna Clean Cities.

Il nostro Paese è maglia nera europea se paragonato con Regno Unito, Germania e Spagna. Mancano le infrastrutture e già la capitale è tra le città europee messe peggio in termini di dotazioni di metro e binari (Roma, per esempio, ha 1,43 chilometri di metro ogni 100mila abitanti, Londra 4,93, Madrid 4,48, Berlino 4,28). Le regioni più in difficoltà risultano Lazio, Lombardia e Campania e non sorprende che le nostre città, soprattutto quelle più grandi, siano sempre più prigioniere di traffico e smog.

Troppe auto, pochi anche i treni per i pendolari

Legambiente elenca molti dati. Le nostre linee di metropolitane si fermano in tutto a 256 chilometri, molto lontane da Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Anzi, il totale si piazza vicino, o sotto, perfino a quello di singole città come Parigi (225,2) o Madrid (291,3). I tram? In Italia hanno 397,4 chilometri di binari contro gli 875 della Francia e i 2.042,9 della Germania. Il quadro non cambia se parliamo delle ferrovie suburbane, fondamentali per i pendolari: 740,6 chilometri contro 2.041,3 in Germania, 1.817,3 nel Regno Unito e 1.442,7 in Spagna.

Alla mobilità sostenibile su ferro, insomma, l’Italia sembra preferire di fatto ancora quello su gomma. Quello italiano resta un parco auto tra i più grandi d’Europa con 666 auto ogni mille abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna. Nel 2023 non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie, mentre l'unica novità per le metro è stata l'apertura di un tratto della M4 a Milano. Dal 2016 al 2023 sono stati realizzati 11 chilometri di tranvie e 14,2 di metropolitane, con una media annua rispettivamente di 1,375 chilometri e 1,775 chilometri. Così sarà difficile recuperare il gap con l’Europa.

Alle nostre città servono, secondo Legambiente, anche più sharing mobility, mobilità elettrica, integrazioni con il tessuto urbano pedonabile e ciclabile e interventi di adattamento ai cambiamenti climatici, visto che si moltiplicano gli eventi estremi in tessuti urbani che non risultano pronti ad affrontarli.

Legambiente: no ai trasporti solo su gomma e al Ponte di Messina

"Mentre l'Europa viaggia sempre più velocemente su ferro, le città italiane sono ferme al palo”, sostiene il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. “Serve uno sforzo aggiuntivo sulle risorse economiche fino al 2030 pari a 1,5 miliardi di euro l'anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane, recuperando i fondi dalle tante infrastrutture autostradali e stradali previste, rifinanziando i fondi per il trasporto rapido di massa e la ciclabilità, completamente svuotati dal governo Meloni, evitando di sprecare risorse per inutili opere faraoniche come gli 11 miliardi di euro stimati dal governo per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina. In un'epoca in cui la crisi climatica ha accelerato il passo bisogna ripartire dalle città per farle diventare davvero moderne, vivibili e sostenibili ottenendo, così, importanti benefici ambientali ed economici".

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