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Riscaldamento, le regole sull’accensione: date, controlli e multe previste

Quest’inverno sarà possibile accendere i termosifoni un’ora in meno al giorno e 15 giorni in meno nell’arco della stagione: ecco tutto quello che c’è da sapere
Sostenibilità13 Ottobre 2022 - ore 15:46 - Redatto da Redazione Meteo.it
Sostenibilità13 Ottobre 2022 - ore 15:46 - Redatto da Redazione Meteo.it

L’inverno di quest’anno sarà all’insegna di regole più stringenti per quanto riguarda il riscaldamento: per far fronte alla perdita degli approvvigionamenti di gas dalla Russia, infatti, sarà possibile accendere i termosifoni un’ora in meno al giorno e 15 giorni in meno nell’arco della stagione. Ecco quello che c’è da sapere sulle date, sulle regole da rispettare e sulle sanzioni previste in caso di violazioni.

Riscaldamento: quando si può accendere

Come detto il periodo di accensione del riscaldamento è ridotto di un’ora al giorno e la stagione invernale 2022-2023 è accorciata di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 quella di fine esercizio. I valori di temperatura dell’ambiente riscaldato dovranno essere ridotti di un grado centigrado. Per seguire i diversi microclimi dell’Italia, il Paese è diviso in sei zone.

- zona A, Sud Italia e Isole: 5 ore al giorno, con i caloriferi accesi dal 8 dicembre al 7 marzo;

- zona B, che comprende grandi città come Agrigento, Reggio Calabria, Messina o Trapani: 7 ore al giorno, dal 8 dicembre al 23 marzo;

- zona C, che comprende città come Napoli, Imperia e Cagliari: 9 ore al giorno, dal 22 novembre al 23 marzo;

- zona D, che comprende città come Roma, Firenze, Foggia, Ancona e Oristano: 11 ore al giorno, dal 8 novembre al 7 aprile;

- zona E, che comprende città come Milano, Torino, Bologna e L’Aquila: 13 ore al giorno, dal 22 ottobre al 7 aprile;

- zona F, che comprende l’arco alpino: nessuna limitazione

Riscaldamento: i controlli

Come riporta il Corriere della Sera, le normative attuali prevedono controlli sul rispetto delle limitazioni al riscaldamento: queste verifiche vengono effettuate “privilegiando accordi tra gli enti locali o anche attraverso altri organismi pubblici o privati di cui sia garantita la qualificazione e l’indipendenza” oppure “dalle autorità definite dalla corrispondente legge regionale o delle province autonome”. Spetta insomma agli enti locali controllare, e sembra probabile che il compito sarà affidato agli incaricati per il rilascio dell’attestato di certificazione energetica.

Riscaldamento: le multe

Cosa succede, però, se si viene pizzicati a non rispettare le nuove regole sul riscaldamento? Innanzitutto è plausibile che i controlli saranno effettuati a campione, e soprattutto per quanto riguarda condomini e uffici. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha spiegato più volte che sarebbe “molto difficile entrare nelle caldaie e nelle docce dei cittadini” e che, quando parla di verifiche ed eventuali sanzioni da imporre, “bisognerebbe avere anche gli strumenti per farlo in maniera capillare”. Il nuovo decreto non ha modificato le sanzioni previste: si rischiano quindi fino a 3mila euro di sanzione a carico del “proprietario o il conduttore dell'unità immobiliare, l'amministratore del condominio, o l'eventuale terzo che se ne è assunta la responsabilità, qualora non provveda alle operazioni di controllo e manutenzione degli impianti di climatizzazione”, come previsto dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, così come aggiornato dal dpr n. 74 del 2013.

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