Malattia in Congo, l'Oms: "406 casi e 31 morti". La situazione e i sintomi
Una malattia "misteriosa" sta destando preoccupazione in Congo. L'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità riferisce che al momento ci sono "406 casi e 31 decessi". Ecco di seguito gli aggiornamenti su situazione e sintomi di questa malattia ancora sconosciuta.
Malattia in Congo: situazione e sintomi
Nella Repubblica Democratica del Congo, precisamente nella la zona sanitaria di Panzi, tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, sono stati registrati 406 casi di una malattia non ancora diagnosticata. L’Oms riferisce che tra i casi sono stati registrati già 31 morti. Tutti i casi dichiarati come "gravi" sono stati riscontrati in persone segnalate come "gravemente malnutrite".
I sintomi della malattia in Congo
Tra i sintomi di questa "misteriosa" e ancora tutt'oggi sconosciuta malattia, ci sarebbero: febbre, mal di testa, tosse, naso che cola e dolori al corpo. Considerando le cure cliniche in atto e i sintomi, malattie come polmonite, influenza, Covid-19, morbillo e malaria possono essere fattori causali, con la malnutrizione da causa generante. L'Oms fa sapere che più malattie contemporaneamente possono causare i decessi come in questo caso. Al momento si stanno realizzando esami per determinare la causa esatta della malattia e quindi delle morti.
Il punto della situazione nella nota dell'Organizzazione mondiale della sanità
L’Oms traccia un primo punto della situazione. L'Organizzazione mondiale della sanità precisa le ultime notizie in una nota.
“Sono in corso esami di laboratorio per determinare la causa esatta della malattia. È possibile che più di una malattia stia contribuendo ai casi e ai decessi. I tanti casi riscontrati riguardano i bambini, in particolare quelli di età inferiore ai cinque anni. L’area è rurale e remota e l’accesso è ulteriormente ostacolato dalla stagione delle piogge in corso.
Per raggiungerla da Kinshasa su strada ci vogliono circa 48 ore. Queste difficoltà, unite alla limitatezza della diagnostica nella regione, hanno ritardato l’identificazione della causa principale. Sono state dispiegate squadre di risposta rapida per identificare la causa dell’epidemia e rafforzare la risposta. Stanno raccogliendo campioni per le analisi di laboratorio, fornendo una caratterizzazione clinica più dettagliata dei casi rilevati, indagando sulle dinamiche di trasmissione e cercando attivamente altri casi, sia all’interno delle strutture sanitarie che a livello di comunità. I team stanno anche aiutando a curare i pazienti, a comunicare il rischio e a coinvolgere la comunità”.