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Mobilità a misura di bambino: Italia fuori dalla top ten europea

Investire in mobilità a misura di bambino non è solo una scelta etica, ma una strategia di sviluppo urbano intelligente. Dove i bambini possono muoversi in autonomia e sicurezza, migliorano anche la qualità della vita, la salute pubblica e la vivibilità per tutti.
Mobilità16 Maggio 2025 - ore 10:54 - Redatto da Meteo.it
Mobilità16 Maggio 2025 - ore 10:54 - Redatto da Meteo.it

Parigi, Amsterdam e Anversa (secondo la classifica di Clean Cities Campaign) sono le città europee che guidano la classifica della mobilità più attenta ai bambini. Un risultato che premia le politiche urbane più coraggiose e lungimiranti. E l’Italia? Nessuna città del nostro Paese figura tra le prime dieci. Bisogna scendere fino al sedicesimo posto per trovare Bologna, seguita da Milano al 23° e Torino al 24°.

Che cosa rende una città “a misura di bambino”?

Per definire una città adatta ai più piccoli, sono stati considerati tre fattori fondamentali:

Strade scolastiche: tratti chiusi o limitati al traffico intorno alle scuole, per ridurre rumore, incidenti e inquinamento.

Piste ciclabili protette: corsie separate dal traffico motorizzato per garantire sicurezza negli spostamenti in bici.

Zone a 30 km/h: aree urbane con velocità ridotta, fondamentali per aumentare la sicurezza e la qualità dell’aria.

Questi parametri rappresentano un punto di partenza per valutare quanto una città metta davvero al centro il benessere e l’autonomia dei bambini.

Mobilità a misura di bambino: Parigi guida il cambiamento, Bologna salva l'Italia

Con un punteggio complessivo del 79%, Parigi conquista il primo posto tra le città europee più attente alla mobilità infantile. La capitale francese si distingue per una rete ciclabile protetta ampia e in costante espansione, per aver esteso il limite dei 30 km/h all’89% del proprio territorio urbano e per aver avviato un importante piano di pedonalizzazione attorno alle scuole.

A completare il podio troviamo Amsterdam con il 63% e Anversa con il 62%, entrambe da anni modelli di riferimento in ambito di mobilità sostenibile.

Londra, invece, si segnala per il maggior numero di strade scolastiche in assoluto (525), mentre Parigi e Helsinki primeggiano per la capillarità delle piste ciclabili protette, presenti su quasi metà del loro reticolo stradale.

Tra le realtà emergenti più interessanti spiccano Bruxelles e Lione, che in meno di dieci anni hanno completamente ripensato il proprio modello di mobilità urbana, puntando su infrastrutture sicure e sostenibili.

Tuttavia, il quadro generale mostra che nessuna città ha ancora raggiunto un livello di eccellenza piena: nessuna ha ottenuto la valutazione massima. I risultati migliori, infatti, si registrano dove si combinano leadership politica, investimenti continui e una forte partecipazione civica.

Dopo Helsinki, che occupa il sesto posto, la classifica si chiude con Barcellona al settimo, Bristol all’ottavo, Oslo al nono e Gand al decimo.

Nessuna città italiana riesce a entrare nella top ten europea. La prima a comparire è Bologna, al 16° posto, seguita da Milano al 23° e Torino al 24°. Più indietro si trovano Firenze (29°) e Roma (32°).

I dati positivi per l'Italia

Tuttavia, analizzando nel dettaglio i singoli indicatori, emergono dati più incoraggianti. Milano, ad esempio, si posiziona al secondo posto in Europa per il numero di strade scolastiche rispetto al numero di scuole primarie, seguita da Torino, al quarto posto, e da Bologna, all’undicesimo. Anche Roma, pur non brillando nella classifica generale, mostra segnali incoraggianti in questo particolare ambito con un 16° posto. Al contrario, Firenze rimane tra le poche città europee a non avere ancora attivato alcuna strada scolastica.

La situazione peggiora ulteriormente quando si analizza la diffusione delle zone a 30 km/h. Bologna è l’unica città italiana ad aver adottato questo modello in modo molto significativo, con il 45,9% della propria rete stradale interessata dal limite. Firenze segue, ma con un distacco evidente, al 37%.

Molto più indietro si collocano Milano, Torino e Roma, tutte sotto la soglia del 22%. Il caso più critico è quello della Capitale, dove solo il 4% delle strade urbane è soggetto al limite di velocità ridotto, evidenziando un ritardo strutturale nel garantire spazi più sicuri per pedoni e ciclisti.

La voce dei bambini e dei genitori in piazza

Di fronte a questa situazione, migliaia di bambini, genitori e attivisti sono scesi in piazza con la campagna “Street for Kids”. In tutta Europa – Italia inclusa – si sono svolti eventi simbolici come biciclettate e girotondi davanti alle scuole, per chiedere più aree pedonali e più sicurezza stradale.

“I risultati migliori si ottengono dove c’è una forte pressione civica dal basso”, dicono dal movimento. In questo senso, in Italia, esperienze virtuose si registrano a Milano, Roma e Torino, dove l’azione dei cittadini ha spinto le amministrazioni a pedonalizzare in modo permanente molte aree scolastiche.

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